da Milano
Il lodigiano mostra i muscoli sul nodo di Divo Gronchi. A quattro giorni dallassemblea chiamata a decidere sul reintegro dellamministratore delegato sospeso dopo il crac Italcase-Bagaglino, superano quota 4.800 le richieste di ammissione ai lavori presentate dai soci di Popolare Italiana. Pioggia di adesioni simile a quella registrata lo scorso gennaio allassise che ha chiuso lera Fiorani insediando il nuovo cda (6mila le tessere), dietro cui si consuma il braccio di ferro interno al corpo parasociale dellistituto. Malgrado il cuore della base propendesse per Bper, non è il matrimonio con Bpvn a essere in discussione ma il «tasso di lodigianità» voluto da Gronchi nei gangli del potere della supercooperativa. Le assemblee per le nozze sono attese tra quaranta giorni ma lassise di sabato promette di trasformarsi in un redde rationem anticipato sulloperato del banchiere senese: ieri sera agli oltre 1.700 posti «prenotati» dalle casse toscane (240 sportelli), si contrapponevano le 1.400 delle 50 filiali del cosiddetto «lodigiano stretto».
Da qui gli sforzi del presidente Piero Giarda per ricomporre i sindacati oggi divisi ed evitare lo scontro: tre gli incontri susseguitisi ieri tra i «grandi elettori» dei dipendenti mentre oggi è in agenda il cda. Lobiettivo è individuare una posizione comune sul destino di Gronchi, compresa lalternativa di non presentarsi allassise per «depotenziarne» la decisione e lasciare una spina nel fianco di Verona-Novara.
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