Popolare Milano Si avvicina l’aumento

Lotta corpo a corpo all’interno dei sindacati e del gruppo dirigente della Bpm davanti all’idea, che piace a Bankitalia, di affidare la banca a Matteo Arpe, utilizzando come porta di ingresso il massiccio aumento di capitale approvato dall’assemblea dei soci su imposizione della stessa Via Nazionale. A inasprire gli animi sono state, dopo l’apertura del leader nazionale della Uilca, Massimo Masi, il presunto piano a favore di Arpe ordito sotto traccia dalla Fiba di Massimo Gallo. Quest’ultimo, replicando ad alcune voci riportate ieri dal quotidiano Finanza & Mercati, ha circoscritto l’azione della propria sigla, negando in particolare di voler consumare il «golpe» in una prossima riunione del sindacato.
Ma in realtà su Bpm è in corso una guerra senza quartiere, che potrebbe indurre Arpe a rimettere nel cassetto qualsiasi vellietà su Piazza Meda che già nel 2007 aveva mandato in fumo il matrimonio con Bper. Ora però incombe una ricapitalizzazione prossima al miliardo di euro che promette sia di lasciare alle banche del consorzio un notevole inoptato sia di allentare di molto la presa dei dipendenti-soci: secondo alcune stime, considerando l’inevitabile sconto, ci sarebbe un rapporto di 7-8 a 1.
A fare muro è stato però anche il leader dell’Associazione degli Amici, Alessandro Dall’Asta, precisando che allo stato «non esistono contatti» con il banchiere romano. Un prezioso assist per il presidente Massimo Ponzellini che, a sua volta, sembra dover fare i conti con alcuni consiglieri che vedrebbero di buon occhio la discesa in campo di Arpe che sarebbe pronto a investire 200 milioni. Molto dipenderà dalle altre segreterie nazionali, a partire dalla Fabi di Lando Maria Sileoni e dalla Fisac di Agostino Megale che, raggiunto ieri dal Giornale, ha letto quanto sta accadendo come un modo «per bruciare» la candidatura di Arpe e ha annunciato entro un mese una «proposta» per la governance del gruppo.
Ancora più confusa la situazione in Bpm, dove a novembre si aprono le urne per rinnovare il «parlamentino» degli Amici oggi dominato dall’ asse di maggioranza Fabi-Uilca-Fisac. La Fabi guidata da Daniele Ginese è fedele a Ponzellini così come sembrano mantenere le posizioni la Fisac di Roberto Lombardi e la componente «storica» della Fiba che si riconosce in Franco Filettini. Quest’ultimo deve tuttavia affrontare l’apprezzamento per la soluzione Arpe che sarebbe stato lasciato trapelare dalla corrente di ex Fisac di Gianfranco Modica, quella che con un efficace acronimo, è stata ribattezzata la «Fibac». Così come, allineandosi a Masi, apre ad Arpe la Uilca di Vanni Caramaschi, purché sia rispettata la governance di Bpm.
L’ipotesi Arpe vedrebbe il banchiere entrare subito in cda, forse al posto del vicepresidente Mario Artali, per poi salire alla presidenza con il rinnovo del cda atteso in primavera.

In realtà, la palla è nelle mani di Bankitalia che in caso di bisogno sarà chiamata a valutare anche una soluzione interna al mondo cooperativo che vedrebbe come candidato naturale la Bper di Fabrizio Viola: non per niente ieri, tra i sindacati, si registrava qualche apertura verso Modena. Martedì, invece, il comitato esecutivo Bpm esaminerà le richieste di Bankitalia dopo il lavoro di persuasione svolto da Ponzellini e dal direttore generale Enzo Chiesa per ottenere una riduzione.

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