da Milano
Popolo o Partito della libertà? Lamletico dilemma sul simbolo definitivo, tra i due coniati dal Cavaliere sullonda dei gazebo azzurri, lo sceglierà «unassemblea dei cittadini». Dal basso deve nascere il nuovo partito, e da lì anche il suo nome. Ma per gli esperti di brand e pubblicità, abituati a pesare ogni virgola del messaggio, la scelta del marchio è un passo delicato. «Trovo molto buona lidea di puntare sullidea di popolo - spiega lo storico art director Gavino Sanna -, anche come regalo per tutta la gente che ha votato ai gazebo. È giusto così, visto che deve essere il partito delle gente comune e mettere da parte gli scaldapoltrone». E se dovesse scegliere tra i due? «Sinceramente, da pubblicitario, ne indicherei un terzo: il Partito del popolo. Il termine partito deve esserci, perché sarà sempre un partito, la novità è in quello che ci metti dentro». Richiamo a una tradizione che invece altri guardano come una zavorra perdente: «Forza Italia! Quello era un nome nuovo, una trovata, aveva energia - dice Oliviero Toscani -, questi sono roba vecchia: il popolo, la libertà, il partito, ma che noia! Forse anche Berlusconi è invecchiato se pensa di fare loperazione che fa il Partito democratico. Un po di fantasia, di aria fresca per favore! Lo chiami Forza ragazzi, ecco, così può funzionare: Forza ragazzi».
Sullelemento di rottura con il passato punta anche Giampaolo Fabris, uno dei pionieri italiani delle ricerche sullopinione pubblica, ma da un punto di vista diverso: «La parola popolo è vecchia, ottocentesca, la gente non si riconosce più in questo valore. Credo che Berlusconi stia facendo un errore di comunicazione, strano in un grande comunicatore come lui. Meglio il Partito della libertà, anche se pure quel concetto è un po logoro, dal momento che appartiene alla Casa delle libertà con cui invece vuole segnare una discontinuità».
Enrico Finzi, presidente dellAssociazione italiana dei pubblicitari, è pronto a scommettere sullesito della consultazione popolare: «Vincerà il simbolo del Popolo delle libertà. Perché lelettorato del centrodestra ha uninsofferenza per la politica tradizionale e la partitocrazia, diversamente del popolo della sinistra che per esempio visse male il passaggio dal Pds (Partito democratico della sinistra, ndr) ai Ds. Il termine popolo esprime bene questa sensazione di una politica non dominata dai partiti, perciò credo sia il nome vincente. Aggiungo che sarebbe insensato usare la formula del Partito del popolo delle libertà, troppo complicato. Forse è stato un lapsus di Berlusconi in piazza San Babila».
Al contrario la pensa Fabio Bistoncini, fondatore di Fb Comunicazione, società specializzata in lobbyng e comunicazione politica: «Il Partito della libertà è quello che preferirei. Ogni processo, anche questo da cui nascerà il nuovo soggetto del centrodestra, è guidato.
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