Gli handicap sono il caldo e le zanzare, ma lo sono in tutti gli spazi aperti milanesi: almeno qui, al Milano Jazzin Festival in scena da domani al 2 agosto allArena, si ascolta grande e variegata musica in grado di soddisfare qualunque gusto. Non è una novità, perché il Festival - giunto alla quarta edizione - ha sempre privilegiato la qualità e la molteplicità di stili (negli anni passati sè spaziato da Patti Smith a Paul Simon ai Simple Minds a Herbie Hancock) ma ormai una piacevole tradizione.
Un grande cartellone con una valanga di superstar. Ad una prima occhiata la nuova edizione è un po più sbilanciata verso il rock che sul versante jazz, che lanno scorso schierava Ian Garbarek, Peter Cincotti, il già citato Hancock nel magnifico duo col cinese Lang Lang. Il jazz in senso stretto qui compare solo alla fine, il 28 luglio, con la colorita Dirty Dozen Brass Band, il brioso ensemble della Louisiana che unisce i suoni tradizionali di New Orleans con la sperimentazione, il funk e il bebop. È la proiezione moderna delle mitiche «marchin band» di New Orleans da cui sono nati leggendari talenti come Kid Ory, Buddy Bolden, Louis Armstrong.
Il Festival si apre comunque domani con gli echi soul di Mario Biondi. Oramai la sua storia la conoscono tutti; se chiudete gli occhi sentite la voce bassa e calda di un nero, poi scoprite che è un siciliano dal mood elegante che ha fatto tanto successo cercando di superare lo stereotipo di «Barry White italiano» con cui è stato battezzato. Cè la crisi del disco? Certo non per Elisa che martedì ripercorre il suo repertorio e il nuovo cd Heart Alive, ormai doppio disco di platino. Mercoledì una chitarra inconfondibile che parla la lingua del vero rock senza dimenticare i languori della ballata epica: ovvero Mark Knopfler, faro illuminante dei Dire Straits e da anni solista magari un po ripetitivo (non ha mai pensato di cambiare il suo stile)ma sempre affascinante e di grnade richiamo. Giovedì cambio compelto datmosfera e suoni dub, elettronica, remix di successi di Madonna e di tante star con i pazzi austriaci Kruder & Dorfmeister: una serata più per ballare che per ascoltare. Il contrario di ciò che accadrà venerdì, con uno degli spettacoli più attesi: la prima tappa del tour italiano di Crosby, Stills e Nash. Di nuovo senza Neil Young (come agli esordi) ingrassati, invecchiati e dopo una vita i eccessi smisurati, ripropongono il loro repertorio (quanti ricordi per Teach Your Children o Wooden Ship)cercando di sfuggire la trappola della nostalgia. Imperdibili comunque per ricordare la gliriosa stagione della West Coast.
Week end con Cerrone e domenica 18 con Dweezil Zappa che con spericolato coraggio si butta nella rilettura del repertorio dellinimitabile papà Frank, genio trasgressivo del rock. La settimana successiva si apre in rosa, lunedì con la tradizione portoghese di Dulce Pontes e martedì con i suoni dautore di Norah Jones, non allapice creativo di qualche anno fa (36 milioni di dischi venduti vorranno ben dire qualcosa)ma bravissima nellammaliare il pubblico con il suo pianoforte e la voce dalla elegante tensione emotiva. Anche la storia di Paolo Nutini è nota; ci sarà il pienone per assistere allo show dello scozzese dal pop rock essenziale, simmetrico e di grande presa.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.