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Porta Pia: quella breccia che continua a dividere

Molti "laici" non hanno gradito la presenza del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, alla celebrazione della breccia di Porta Pia. I radicali: "Celebrazione farsa". Il professor Teodori: "Uno scempio"

Porta Pia: quella breccia che continua a dividere

Milano - La breccia di Porta Pia continua a dividere. Dal programma di celebrazioni di quest’anno emerge la volontà di riconciliare laici e cattolici, in nome di un condiviso sentimento nazionale, eliminando ciò che resta dell’antico dissidio tra Stato e Chiesa. In altre parole, coniugare Risorgimento e cattolicesimo. Un’operazione culturale, prima che politica, d’indubbio interesse. Ma che riaccende le polemiche. E non poteva essere altrimenti. Il sindaco di Roma, Alemanno, ha sottolineato il “particolare valore” della partecipazione del segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone, alla celebrazione del 140° anniversario della conquista di Roma da parte dei Savoia. Dopo aver sottolineato che “non si tratta più di rimarginare la ferita storica del conflitto tra Stato italiano e Santa Sede” Alemanno ha ribadito che oggi è necessario “far interagire sempre più profondamente la storia risorgimentale, l’amore patrio e le virtù repubblicane, con la cultura cattolica e tutto ciò che essa laicamente rappresenta per quel nuovo umanesimo più volte invocato da Papa Benedetto XVI”. Una legittima ambizione che però, agli occhi di buona parte dell'intellighentia laica, suona come un vero e proprio guanto di sfida.

I radicali: celebrazione farsa In aperta polemica con Alemanno i radicali hanno organizzato un “tour della laicità”, girando per la capitale con un pullman, a due piani, per toccare tutti i luoghi storici del Risorgimento. E sui lati del pullman due striscioni con la scritta: “No Vatican, No Taliban / Contro ogni fondamentalismo, per la libertà”. Il segretario del Partito radicale, Mario Staderini ha contestato la sottolineatura fatta dal cardinale Bertone nel suo discorso del ruolo di Pio IX, come elemento di conciliazione. Inoltre, secondo l’esponente dei radicali, è stata sbagliata la scelta di far parlare solo il cardinale alla commemorazione: “Le istituzioni dovevano intervenire - ha detto - e prendere la parola. Capisco il presidente della Repubblica ma così si rendono meno liberi anche i cattolici che sono sotto il laccio economico della Cei perché se non sei d’accordo ti tagliano lo stipendio», ha aggiunto riferendosi a i laici che lavorano presso strutture o istituti cattolici. Staderini ha quindi attaccato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno: “Ha fatto il mercenario al servizio del Papa Re per conquistarsi la benevolenza del Vaticano”.

Teodori: lo scempio di Porta Pia Tra i più agguerriti oppositori della “riconciliazione” c’è il professor Massimo Teodori. “Alemanno, con il programma che ha stilato sotto il diktat Vaticano, non vuole celebrare la ricorrenza affinché gli italiani siano più uniti, ma vuole assicurarsi, sulla testa dello stesso mondo cattolico, il sostegno delle gerarchie ecclesiastiche. Un’operazione strumentale che non può essere mitigata dal necessario e autorevolissimo coinvolgimento del capo dello Stato. No, noi diciamo che Porta Pia e il 20 settembre non possono essere sviliti a merce di scambio politico con le gerarchie ecclesiastiche”.

La sinistra "assente" In questa polemica spicca il "silenzio" della sinistra italiana. Forse perché è alle prese con il tentativo, ancora non perfettamente riuscito, di fondere l'anima cattolica con quella laica.

O forse soltanto per una mera ragione di convenienza politica, per evitare di esporsi troppo andando a urtare la sensibilità della Chiesa.

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