A Porta San Paolo si celebra la «Difesa di Roma»

«Furono i Granatieri di Sardegna, agli ordini del generale Gioacchino Solinas (che poi aderì alla Repubblica sociale italiana), gli unici a difendere Roma dall’arrivo dei reparti tedeschi. La divisione si era schierata sulle vie consolari d’accesso alla città, dalla Boccea alla Collatina, ed era in grado di coprire un arco visuale pari a 28 chilometri. Era l’8 settembre del 1943, ancora non c’erano formazioni organizzate di partigiani, e il generale Badoglio non solo aveva annunciato l’armistizio, ma aveva anche ordinato di respingere eventuali attacchi da parte dei tedeschi che, fino al giorno prima, erano considerati alleati. Intorno alle 21 iniziarono gli scontri presso il caposaldo numero cinque nei pressi del Ponte della Magliana, poi seguirono alcuni colpi d’artiglieria sparati dal Palazzo delle Esposizioni all’Eur. Le azioni di contrasto, tra alterne vicende, durarono per altri due giorni: in molti casi i Granatieri e le altre truppe date di rinforzo alla divisione (carabinieri, bersaglieri, polizia Africa italiana, cavalleria, carristi, milizia volontaria sicurezza nazionale, paracadutisti) ebbero il sostegno della popolazione romana, che ne riconobbe l’operato intriso di eroismo. E il sacrificio per una patria che molti altri, in prima fila i generali fedeli a Badoglio che avevano concordato il cessate il fuoco con il comando tedesco, consideravano morta». A distanza di 65 anni, a ricordare quei giorni carichi di gloria, di ubbidienza estrema da parte dei militari al loro mandato, è il generale Antonino Torre, consigliere comunale con delega ai rapporti con le forze armate, associazioni d’arma e memoria storica della città. Il sindaco si è affidato alla sua lunga esperienza e alle sue spiccate doti organizzative per orchestrare la cerimonia commemorativa della «Difesa di Roma», fissata per stamattina alle ore 10 a Porta San Paolo. Davanti a un battaglione di formazione composto da Granatieri di Sardegna e Lancieri di Montebello, schierato con la bandiera di guerra del I reggimento e accompagnato dalla banda reggimentale, il presidente della Repubblica deporrà una corona d’alloro sulla lapide che ricorda i caduti. Seguiranno i discorsi del generale Luigi Poli, presidente dell’associazione combattenti della guerra di liberazione, del senatore Gerardo Agostini, presidente dell’associazione mutilati e invalidi di guerra, dello stesso Gianni Alemanno e del ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Lo Stato Maggiore dell’Esercito allestirà una mostra di rievocazione negli spazi di Porta San Paolo che resterà aperta al pubblico per l’intera giornata. Sugli autobus, trattandosi di una ricorrenza importante, verranno esposte le bandierine italiane e quelle con i colori di Roma.

Mentre il primo cittadino, al termine della cerimonia, si recherà presso la caserma Gandin di Pietralata, per consumare il «rancio» con i Granatieri di Sardegna. Con l’occasione, ringrazierà i militari impegnati nell’operazione «Città sicure».

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