Il portavoce della comunità islamica lascia: «Clima insostenibile, mi hanno minacciato»

Si è dimesso il portavoce della comunità islamica genovese, Alfredo Maiolese, dopo le minacce verbali ricevute sabato scorso alla festa della Liberazione nel quartiere di Lagaccio da alcuni cittadini di un comitato contrario alla moschea. Lo ha annunciato ieri a Palazzo Ducale lo stesso Maiolese, in carica da quattro anni, che ha spiegato di «volersi prendere un momento di riflessione per le minacce ricevute, ma di non voler denunciare nessuna persona. Un uomo in un gruppo sabato mattina al Lagaccio - ha raccontato - mi si è avvicinato prima del mio intervento per la festa del 25 aprile, minacciando me e il sindaco Marta Vincenzi poiché non saremmo desiderati nel quartiere e saremmo arrivati alle mani se fossimo tornati. La mia famiglia è già stata minacciata - ha continuato Maiolese - mi hanno detto “metteremo le bombe se saranno messi i primi mattoni della moschea di Genova“; sabato mio padre è stato costretto a mandare cinque uomini per proteggermi e la Polizia ha visto l’aggressione. Oggi ho deciso di dimettermi». L’ormai ex portavoce della comunità islamica non ha voluto dire chi lo ha minacciato, lasciando intendere che è stato un appartenente a un comitato contrario alla nuova moschea in città, e ha deciso di raccontare l’accaduto alla televisione araba Al-Jazeera.

Maiolese, genovese convertito all’Islam, è da tempo impegnato nel dialogo tra religioni come ambasciatore del parlamento mondiale per la sicurezza e la pace, e conferma di voler continuare nel suo ruolo all’interno dell’organizzazione islamica impegnata nel confronto tra le culture.

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