E ora lAutorità Portuale dovrà inventarsi un mezzo miracolo, un triplo salto mortale senza rete, per riuscire ad assumere senza concorso quei dieci impiegati che aveva in mente di regolarizzare. La data del «15 settembre», scadenza entro la quale il segretario generale Giambattista DAste avrebbe dovuto «formalizzare una proposta articolata di stabilizzazione», è trascorsa, ma la soluzione ancora non è stata trovata. I dubbi sulla procedura sollevati nelle scorse settimane dal Giornale sono stati tutti puntualmente confermati da un parere autorevole che evidentemente la stessa Autorità Portuale a chiesto e del quale ora non può più ignorare lesistenza. LAssoporti, lassociazione che coordina tutte le authority italiane, ha scritto che la legge impedisce il progetto concertato tra i vertici di Palazzo San Giorgio e i sindacati. Cè una nota, giunta a Genova alla fine di agosto, che ricorda senza lasciare spazio alle interpretazioni che «la possibilità di stabilizzazione prevista è applicabile soltanto nel caso di assunzione a tempo determinato previa procedura di selezione pubblica». Fattispecie nella quale non rientra il caso di Genova.
Assoporti non si limita a esprimere il proprio parere negativo alle assunzioni «interne» programmate nellincontro del 14 luglio scorso alla presenza del presidente Luigi Merlo. Allega alla comunicazione anche il parere formulato dallAvvocatura distrettuale dello Stato, reso nel 2009 a unAutorità Portuale italiana che chiedeva proprio la possibilità di stabilizzare la posizione di un proprio dipendente assunto a tempo determinato. Unassunzione che era avvenuta «per chiamata diretta, senza espletamento di concorso». Cioè proprio la stessa identica situazione in cui si trovano i dieci impiegati genovesi che Palazzo San Giorgio vorrebbe inquadrare in pianta stabile.
«È di sicuro ostacolo - scrive lAvvocatura - il fatto che le leggi che hanno previsto la stabilizzazione del cosiddetto precariato, permettono lassunzione a tempo indeterminato a domanda esclusivamente nel caso in cui il rapporto a tempo determinato sia stato instaurato a seguito di procedura concorsuale e ciò per il necessario rispetto della norma costituzionale che prescrive lespletamento del concorso per lassunzione nella pubblica amministrazione». Insomma, lidea genovese sarebbe anche contro la Costituzione. E, più o meno, i termini tecnici utilizzati da Assoporti e avvocatura ricalcano quelli con i quali il delegato Cisl Mauro Boffelli, già a luglio, aveva messo in guardia lAutorità Portuale su una procedura quantomeno dubbia. Le osservazioni di Boffelli, che non aveva firmato il verbale dellincontro, erano invece state superate dautorità dalla segreteria regionale della Cisl, desiderosa di prendere subito le distanze dal proprio delegato che «parlava a titolo personale». In un comunicato scritto subito dopo il primo articolo del Giornale, il segretario Fit Cisl Liguria, Ettore Torzetti, precisava piuttosto che lintero sindacato era «impegnato a creare un percorso per la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato», proprio al fianco di Merlo e compagni.
La questione era anche arrivata in Senato, con linterrogazione del parlamentare Pdl Giorgio Bornacin, convinto che la segnalazione del Giornale andasse quanto meno verificata. Ora la nota ufficiale di Assoporti e il parere dellAvvocatura spiegano come levidenza dei fatti dia torto allAutorità Portuale di Genova (e a chi era al suo fianco al punto da scaricare il proprio rappresentante con un comunicato scritto pur di far sapere di far assumere a tempo indeterminato i dieci impiegati).
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