Poste e Iccrea si uniscono per il Sud

La creazione della Banca del Sud, che sta tanto a cuore al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha subito negli ultimi giorni un’improvvisa accelerazione. Lo strumento per realizzarla si chiama MedioCredito centrale, ed è l’istituto che faceva parte del gruppo Capitalia e, con esso, è entrato nel perimetro di Unicredit. Oggi è la banca del gruppo specializzata nei finanziamenti e nei servizi per il settore pubblico e nella gestione degli incentivi alle imprese.
Ora è ufficiale: Unicredit lo ha messo in vendita, Poste italiane e Iccrea holding (banche di credito cooperativo) hanno espresso manifestazioni d’interesse. La due diligence è stata affidata a Kpmg e a Price Waterhouse e potrebbe durare tre settimane.
Il tutto potrebbe dunque avere tempi rapidissimi. Una quota simbolica del capitale dovrebbe essere riservata al ministero dell’Economia, che ha una sorta di paternità sull’iniziativa, il cui scopo è quello di sostenere il credito alle imprese del Sud. Il resto dovrebbe essere diviso in due parti uguali tra Iccrea e Poste; queste ultime, pur avendo intrapreso da anni l’attività finanziaria, non possiedono un’autorizzazione bancaria, che oggi dunque andrebbe ad arricchire il loro portafoglio.
Da ricordare che da qualche tempo le poste sono tornate al 100% del Tesoro (in precedenza il 35% apparteneva alla Cassa depositi e prestiti). L’istituto doveva chiamarsi proprio Banca del Sud, come ripetutamente dichiarato da Tremonti. Poi, come egli stesso ha rivelato, «qualcuno ha depositato il nome e ha ottenuto le autorizzazioni dalla Banca d’Italia». E ha aggiunto: «Credo che abbia avuto grossi guai». Si chiamerà dunque Banca del Mezzogiorno e potrà usufruire degli sportelli delle Poste e delle banche di credito cooperativo, che insieme formano una rete fitta più di qualunque altra.
Proprio la capillarità sarà un elemento caratteristico del nuovo istituto, che dovrà essere il più possibile vicino agli imprenditori, specie medi e piccoli, che investono nelle regioni meridionali. Un vantaggio, in termini temporali, è dato dal fatto che l’attuale Mediocredito centrale è già in possesso di tutti i requisiti per la piena operatività bancaria. Ma quanto vale il Mcc? Il valore di libro al primo settembre - segnalano gli esperti di Intermonte - è di 750 milioni di euro a fronte di utili di 28 milioni.

I dati però non aiutano a capire il possibile valore della transazione perché all’inizio di settembre - spiegano gli analisti - in vista della cessione, Unicredit ha svuotato MedioCredito di parte delle sue attività (e di gran parte del personale) non funzionali al progetto dell’acquirente. Il valore reale, secondo fonti vicine all’operazione, è «molto distante» da quella cifra. Il titolo Unicredit ieri ha comunque guadagnato il 3,11%.

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