Posteggio in Darsena? La minaccia di Sgarbi: «Se si fa, me ne vado»

L’assessore incontra i comitati di quartiere: «Bisogna ripristinare l’aura dei Navigli»

Marta Bravi

Lunedì sera c’erano proprio tutti. Un dispiegamento di comitati cittadini che aspettavano al varco l’assessore alla cultura, Vittorio Sgarbi, per sottoporre al suo occhio critico e inflessibile gli scempi e le brutture disseminati per le vie e i quartieri milanesi. Odiosi parcheggi, fastidiosi grattacieli alti anche un centinaio di metri, cascine in abbandono, cartelloni pubblicitari osceni. «Voi sapete che tutti i problemi che mi avete esposto non rientrano strettamente nelle mie competenze - dice Sgarbi - vi garantisco, però, che interverrò in modo pesante laddove mi sarà possibile, negli altri casi ritengo che sia comunque utile sollevare il problema per sensibilizzare la città».
Detto fatto. Non appena prende la parola Gabriella Valassina, rappresentante del comitato Ticinese che si batte da qualche anno contro il parcheggio della Darsena, ecco che l’«ira funesta» di Sgarbi si scaglia contro «quell’idiota che ha pensato di fare un parcheggio sotto la Darsena. Non si farà - tuona - se vorranno farlo dovranno cacciarmi dalla Giunta», minaccia l’assessore per rendere la sua indignazione ancora più credibile. E rilancia: «È necessario recuperare non solo la Darsena ma tutta la zona dei Navigli. Bisogna ripristinare l’atmosfera e l’aura di quel luogo».
E a proposito di parcheggi un coro si leva dalla zona 3: «In ogni piazza della nostra zona - denuncia un rappresentante - è previsto un parcheggio: in piazza Leonardo da Vinci, piazza Bacone, in largo Rio de Janeiro, in piazza Novelli e in largo Murani, parcheggi che non vogliamo perché distruggono le piazze». Dalla zona 3 alla 5: in piazza Abbiategrasso, infatti, dovrebbe sorgere un parcheggio sopraelevato, questa volta, a pochissimi metri dalle case.
Secondo argomento caldo della serata i grattacieli che sorgeranno come funghi per la città: dal progetto della Fiera contro cui l’assessore si è più volte scagliato a quello delle ex Varesine, nella zona adiacente. Se alle Varesine il piano volumetrico, contro cui il comitato ha già fatto ricorso al Tar, prevede la costruzione di due grattacieli alti oltre 100 metri, alla Fiera i grattacieli saranno tre, in netto contrasto con le villette circostanti. «Cessi senza forma e senza figura - li definisce l’assessore -, il progresso deve avere aree di rispetto. Il progetto di Renzo Piano era sicuramente più assennato perché teneva conto del contesto urbanistico-architettonico».
A indignare ulteriormente Sgarbi il restauro della stazione Centrale, dove il progetto prevede la costruzione in soppalchi nelle sale d’aspetto del primo piano. Fin qui niente di male se non fosse che i soppalchi «taglierebbero» gli affreschi di Rizzoli. «Questo lo blocchiamo» dichiara Sgarbi senza esitazione. E così via, la casistica degli orrori e degli scempi edilizi è quanto mai variegata e tocca la città in ogni luogo. Ecco sfilare il comitato contro il progetto della gronda Nord che prevede la costruzione di una sorta di «autostrada in città» a ridosso dell’ospedale Niguarda, degli anni ’30, arrivando a deturpare anche via Bovisasca, passando a pochi metri da una chiesetta del 1200, quello contro l’orribile svincolo di piazza Maggi, quello Lorenteggio Romagnoli, che si oppone alla costruzione di una torre alta ben 13 piani.

Altro argomento servito su un piatto d’argento il degrado e l’abbandono di edifici importanti e storici come la chiesetta di Santa Maria alla Fonte in via Chiesa Rossa, del XII secolo, il diurno di piazza Oberdan e Villa Litta. «Farò sopralluoghi in tutti questi luoghi per vedere cosa si può fare», il sigillo di Sgarbi alla riunione.

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