Potere del sindacato? Finalmente qualcosa sta cambiando

Caro direttore,
finalmente la maggioranza si è decisa a ridimensionare la repubblica ideologica dell’italico sindacalismo, ponendo fine alle angherie ed alle prepotenze, regolamentando lo sciopero a tutela dei diritti di tutti i cittadini. Al ministro Sacconi i più vivi complimenti per il lodevole lavoro che sta svolgendo e la preghiera di proporre: l’abolizione della doppia pensione ai sindacalisti, dell’aggancio automatico della pensione alla retribuzione riservato ai super privilegiati, del distacco dei dipendenti pubblici e non per attività sindacale (più di 20.000); il ridimensionamento dei tanti inutili carrozzoni, degli Enti Previdenziali, delle pensioni ai politici ed ai sindacalisti che hanno dichiarato di aver lavorato in nero (legge 252/1974), delle trattenute previdenziali le più alte del mondo (34,25 per cento), dei contributi ai patronati, delle stratosferiche retribuzioni, pensioni e liquidazioni di fine rapporto ai boiardi di Stato e degli enti pubblici e privati destinando le economie al miglioramento delle pensioni e della disoccupazione. Il segretario generale della Cgil ed i signori del no, dimostrano di fregarsene dei diritti e dei disagi della maggioranza dei cittadini e di non essersi accorti che i tempi del «contrordine compagno» sono finiti. Accecati dall’odio contro Berlusconi, non si accorgono che i cittadini, stanchi delle angherie, intemperanze, prepotenze e disagi, attendono con ansia l’approvazione della legge. Alla maggioranza ed ai sindacati che hanno deciso di ricercare soluzioni, adeguate ai tempi ed ai bisogni della collettività la preghiera di dare un robusto taglio ai privilegi delle caste.

Lei è partito lancia in resta, caro Valencich, come se la battaglia contro il sindacalismo onnivoro fosse già vinta. Secondo me siamo solo all’inizio. Però è vero che si notano segnali incoraggianti. Per anni in questo Paese vigeva il detto: non si muove foglia che Cgil non voglia. Ci sono stati alcuni premier (do you remember Prodi?) che chiedevano il parere alla Triplice anche quando dovevano scegliere il colore delle mutande da indossare al mattino: oggi posso prendere quelle con l’elastico blu o è una irrimediabile offesa ai lavoratori? Che poi, diciamocelo, i sindacati non rappresentano più i lavoratori da tempo, come dimostra il fatto che la maggioranza dei loro iscritti sono pensionati. Categoria degnissima di ogni tutela, per carità: ma se lo scopo è quello di rappresentare i diritti dei pensionati, non sarebbe meglio chiamarsi Pantere Grigie, anziché Cgil? Invece no: loro hanno sempre avuto la presunzione di «rappresentare i lavoratori», tutti i lavoratori. E per questo hanno sempre goduto di privilegi indescrivibili, come quello di non rispettare gli obblighi previsti dalla Costituzione o quello di non rendere mai pubblici i loro bilanci miliardari. Ora, come dicevamo, qualcosa sta cambiando. Per fortuna. Il potere pansindacale è arrivato al capolinea. Lo dimostrano anche le ultime percentuali di adesione allo sciopero nel pubblico impiego o il flop delle manifestazioni di piazza.

Le organizzazioni sindacali più avvedute e aperte se ne sono rese conto e si modernizzano, partecipando alla trasformazione che Sacconi e Brunetta stanno guidando con mano esperta. La Cgil invece si è arroccata a difesa di un passato di privilegi che non possono e non devono più esistere. Sarà travolta. Non dalle leggi, ma dalla storia.

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