Poveri comunisti, non vi resta che l’Isola dei famosi

Compagni, un solo grido: tutti al mare. L’unico posto al sole rimasto libero è su Raidue. Perché, spaccato il partito della rifondazione, pardon, disintegrazione comunista, c’è un solo modo per non restare isolati: puntare sull’isola. L’isola dei famosi. Da naufraghi della politica a naufraghi della tv, è un attimo.
Coraggio, votate in blocco la mozione Luxuria: lei ha già annunciato che parteciperà. Non importa come, fate una colletta, prenotate un charter: ma vi conviene seguirla. Avete perso il contatto con la realtà; non vi resta che il contatto col reality. Del resto su Liberazione l’hanno scritto chiaro e tondo: «Queste trasmissioni formano il consenso di quei cittadini che ci hanno voltato le spalle». E allora, da bravi compagni di Ventura (Simona), non esitate. Avete perso il rapporto col territorio? Ricominciate dal territorio dell’Honduras. Peraltro la «probblematica» sociale è già sul tavolo, o meglio, sul bungalow: pare che da quelle parti le misure di sicurezza per le riprese televisive impediscano alla popolazione indigena dei garufini di pescare. Vorrete mica voltare le spalle pure ai Garufini? Fate pure: volgete e rivolgete le spalle, ma almeno ricordatevi di spalmarci la crema solare.
No perché l’indegna gazzarra di Chianciano Terme, tra mozioni, emozioni, contromozioni, piagnistei, distinguo e non distinguo, ci ha fatto cadere le braccia e non solo quelle. Dateci retta: il prossimo congresso fatelo a Tegucigalpa. Moderatori: Flavia Vento e la velina Veridiana. Un po’ per uno, da bravi socialisti: Ferrero lo mettiamo ai trasporti con delega alle canoe di sughero, Vendola lo facciamo governatore dei caschi di banana. Vuoi mettere? Ordine del giorno: la gabbia salariale dei garufini e l’equo canone sulle capanne di paglia. Se poi non trovate una linea comune sulla social card sulle aringhe, potete sempre puntare su Giucas Casella: magari con una seduta d’ipnosi vi riporta indietro ai tempi d’oro di Togliatti.
Pensateci. In fondo non avete nulla da perdere, se non il volo intercontinentale per il Centro America. Il solleone di laggiù tornerà a illuminare la vostra identità di rossi, benché ustionati. E alla fine, nel migliore dei casi, nominerete nuovo segretario di partito Belen Rodriguez. Nel peggiore, vi tirerete le noci di cocco in testa. Così gli ascolti s’impennano, e magari, chissà, anche i consensi.


Certo, dirà qualcuno: e se poi qualcuno scalpita sull’arenile? E se poi spunta la mozione autonomista «Falce e moscardino»? E se poi arriva il Ferrando della situazione che minaccia di far cadere il governo nella laguna Yoyoa? Poco male. Per i nostalgici della rivoluzione, basta una nuotata al largo: Cuba è a due passi. Gli altri, facciano buon viso alla telecamera, e si accontentino di un Cuba Libre.
Federico Novella

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