
Ha pranzato insieme ai colleghi in un ristorante convenzionato con la sua azienda. Subito dopo, come altri, si è sentito male ed è finito in pronto soccorso con i sintomi di una intossicazione alimentare. È stato poi dimesso, ma dopo alcuni giorni è tornato in ospedale, dove è stato ricoverato in Terapia intensiva e infine è morto. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, a carico di ignoti, sulla morte di Davide Teruzzi, 50enne tranviere di Atm, l'azienda milanese dei trasporti. Il pm Roberta Amadeo ha già disposto l'autopsia.
Ecco i fatti. Domenica 4 maggio Teruzzi ha pranzato insieme ad alcuni colleghi in un ristorante di via Fabio Filzi. Si tratta di un locale convenzionato con Atm, l'azienda dei trasporti per cui lavorava la vittima, dove i dipendenti possono mangiare durante il servizio e in particolare nei fine settimana. Dopo il pasto molti tranvieri si sono sentiti male, almeno 16, e cinque di loro tra cui il 50enne sono finiti in pronto soccorso con sintomi simili fra loro. Sono stati curati per una intossicazione alimentare e quasi subito dimessi con un certificato di malattia ma senza riportare gravi conseguenze.
I quattro colleghi di Teruzzi risultano poi rientrati al lavoro. Mentre il 50enne mercoledì si è presentato al pronto soccorso del San Raffaele per un nuovo malore. È stato ricoverato in Terapia intensiva per un arresto cardiaco ed è stato intubato. Domenica scorsa infine il decesso. Il pm intende accertare le cause della morte, si indaga per stabilire se ci sia un collegamento con la recente intossicazione alimentare oppure se il decesso sia indipendente dalle conseguenze del pasto al ristorante. La Procura ha inoltre affidato al Nas dei carabinieri e all'Ats le verifiche sul rispetto delle norme igienico sanitarie da parte del locale. Da un primo controllo non sarebbero emerse violazioni, ma le indagini vanno avanti. Intanto Atm ha sospeso in via precauzionale la convenzione che era attiva da circa un anno.
Davide Teruzzi lavorava all'Atm da 24 anni e tranviere era anche suo fratello. Era un tranviere del deposito di Leoncavallo di via Teodosio e conduceva le linee 5, 12 e 33. L'azienda dei trasporti ha espresso «condoglianze e vicinanza alla famiglia» e tanti sono stati i messaggi dei colleghi arrivati sui social per ricordare il «gigante buono» del Leoncavallo. Il 50enne viveva insieme alla madre nell'hinterland e in passato aveva avuto problemi si salute. «Davide Teruzzi - si legge in uno dei post di cordoglio - per la sua simpatia, la sua innata positività, la sua spontaneità sempre allegra e la sua presenza fisica notevole, veniva chiamato Davidone il gigante buono. Lo conoscevano in tanti sia in superficie e in metropolitana, dato ché utilizzava la M2 per andare e tornare da Gorgonzola a Milano.
Anche molti passeggeri lo ricordano, la sua simpatica presenza e positiva cordialità alla condotta degli storici tram milanesi sul 5 e sul 33 non passava inosservata». Cordoglio anche dai sindacati, che dichiarano: «Sentiamo la responsabilità di fare piena luce sulle cause che hanno portato a questa tragica perdita».
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