Roma

Prati, degrado e sicurezza a rischio

La Uil-Polizia di Stato presenta un esposto denuncia sulle condizioni igienico-sanitarie del reparto a cavallo

L’emergenza degrado e criminalità nella capitale è un problema sempre più incombente che stenta a trovare soluzioni in tempi brevi. Su questa condizione allarmante arriva l’appello dei consiglieri Claudio Casano di An e Daniele D’Alessandro, Udc, del XVII municipio, che affermano la presenza «ormai anche nei quartieri centrali, come Prati, dell’emergenza criminalità e degrado». Strade principali come via Otranto, viale Giulio Cesare, via Famagosta, via Barletta, sono in uno stato di completo abbandono, prive di controlli e di garanzie igieniche per gli stessi cittadini. Sempre più frequenti le situazioni di pericolo: extracomunitari ubriachi, risse continue, siringhe ritrovate all’interno dei portoni. I consiglieri Casano e D’Alessandro hanno, così, ritenuto necessario richiamare l’attenzione della presidente del municipio Antonella De Giusti, dell’assessore comunale alla sicurezza Jean Leonard Touadi e dell’assessore capitolino all’ambiente, Dario Esposito. «Se questi nostri appelli non verranno ascoltati - avvertono i due consiglieri - occuperemo, insieme con i residenti e con i commercianti, piazze e strade del nostro quartiere». Sulla stessa linea giunge anche l’allarme del segretario nazionale dell’Unione italiana lavoratori della polizia di Stato, Uil Polizia, Adolfo Guglielmi, che ha inviato al reparto ambiente del tribunale di Roma la denuncia riguardo la situazione di totale negligenza in cui si trova il reparto «a cavallo» della sezione di Ostia. «Non possiamo continuare a vivere e a lavorare, uomini e animali, in queste condizioni». Questa la affermazione dello stesso segretario. La dichiarazione riguarda la violazione del decreto legislativo 626 del 19 settembre 1994 sulle misure necessarie per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro. Garanzia mancante, secondo quanto esposto nel comunicato destinato alla procura della Repubblica, sia ai poliziotti di via Giuseppe Genoese Zerbi sia ai loro puledri, che si ritrovano a vivere nel liquame, in locali adibiti a stalle ma che di scuderia hanno ben poco: mancanza di canali di scolo e di irrigazione, cumuli di bidoni, cavi elettrici scoperti e gli stessi agenti costretti a spogliarsi nei depositi dei medicinali delle bestie.

«Questa situazione più volte segnalata alla competente questura di Roma - ha concluso il segretario Guglielmi - si protrae ormai da anni, rendendo così, a nostro avviso, quell’ambiente lavorativo “a rischio” dal punto di vista igienico-sanitario».

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