Precari, verso la conferma della norma Confindustria: in linea con direttiva Ue

Il governo sarebbe orientato a confermare nel passaggio in Senato la norma sui precari contenuta nel decreto legge che compone la manovra economica triennale. Veltroni: "Emendamento politicamente e socialmente inaccettabile lo contrasteremo con tutte le nostre forze"

Precari, verso la conferma della norma 
Confindustria: in linea con direttiva Ue

Roma - Per ora nessuna marcia indietro da parte del governo sull’emendamento al decreto manovra economica che prevede per i lavoratori precari in causa con le aziende solo un risarcimento in denaro e non la possibilità di reintegro. Le opposizioni e la Cgil chiedono il ritiro della norma ma in commissione Bilancio del Senato, dove è in corso l’esame in seconda lettura del decreto, l’esecutivo ha presentato un unico emendamento all’articolo 60, necessario per superare alcuni problemi di copertura. Nulla sui precari. A far capire che non c’è volontà di modificare il testo anche una nota del sottosegretario all’Economia, Giuseppe Vegas, che sottolinea l’ambito di applicazione "fortemente circoscritto" della misura. "La norma in questione si riferisce esclusivamente a rapporti di lavoro preesistenti all’entrata in vigore della legge Biagi, limitandosi a regolare i giudizi pendenti e circoscrivendo, tra l’altro, il rischio dell’esplosione del contenzioso", dice Vegas. Sebbene il termine per la presentazione degli emendamenti sia scaduto oggi alle 14,30, governo e relatore possono comunque sempre formulare proposte di modifica.

Veltroni annuncia battaglia Il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, ha detto stamani che l’emendamento presenta rischi di incostituzionalità, è frutto del lavoro di lobby e il governo deve chiederne la modifica. "Maggioranza e opposizione si rimbalzano le responsabilità. Credo che il governo possa chiedere alla maggioranza di ritirare questa norma...Se la maggioranza va avanti intanto ci sarà la possibilità di ricorrere al giudice per far verificare l’incostituzionalità del decreto", ha detto Epifani dopo che nei giorni scorsi alcuni ministri, fra i quali quello del Lavoro, Maurizio Sacconi, hanno preso le distanze dalla norma attribuendola all’iniziativa parlamentare. Il Pd con Walter Veltroni chiede la cancellazione della norma e l’Udc parla di "nuovo condono" per le aziende che non rispettano i diritti dei lavoratori. "Questa norma va ritirata. E’ da vagliare costituzionalmente, ma di sicuro politicamente e socialmente è inaccettabile e la contrasteremo con tutta la nostra forza al Senato", ha detto Veltroni in una conferenza stampa, secondo SkyTg24. A difesa dell’emendamento, introdotto nel decreto una decina di giorni fa durante l’esame alla Camera, arriva il presidente dei deputati della Lega Nord, Roberto Cota, secondo il quale la norma in realtà ripristina i diritti dei precari. "Quelli che oggi invocano misure per i giovani che fanno fatica a trovare un posto di lavoro dovrebbero sapere che proprio la norma in questione serve a porre rimedio ad un aggiramento delle norme sul pubblico impiego e sui concorsi pubblici che è stato fatto", ha detto Cota in una nota.

L'appoggio di Confindustria Anche gli industriali dicono la loro e, tramite un comunicato stampa, ne sottolineano la coerenza con la direttiva europea sulla nuova disciplina del contratto a termine, "che vuole anzitutto contrastare le eccessive reiterazioni". "Confindustria ritiene pienamente condivisibile la scelta del legislatore di differenziare la tutela a seconda della natura della violazione commessa", si legge nella nota. "Non c’è alcuna violazione della volontà delle parti che hanno sottoscritto il patto sul Welfare del luglio 2007, proprio perché non vengono messe in discussione le tutele fondamentali contro ogni impropria reiterazione nell’utilizzo del contratto a termine", aggiunge Confindustria. L’emendamento oggetto di polemiche è stato votato in commissione alla Camera una decina di giorni fa nell’ultima seduta notturna. La misura prevede, per le cause di lavoro aperte da parte di lavoratori precari, un indennizzo compreso fra le 2,5 e le 6 mensilità. Nessuna possibilità dunque che il lavoratore possa ottenere una assunzione a tempo indeterminato qualora vinca la causa contro l’azienda. Epifani ha anche denunciato una azione di lobby riferendosi, senza citarli, ai numerosissimi contenziosi aperti con le Poste da parte dei lavoratori precari. "E’ evidentemente una azione di lobby che però è il segno di una riduzione dei diritti delle persone. Non va bene", ha detto il leader sindacale.

"Alle Poste i concorsi sono bloccati perché c’è chi tenta di farsi assumere in modo furbesco. Certi sindacati che oggi pontificano dovrebbero difendere chi vuole trovare lavoro in modo trasparente e non in modo furbesco", ribatte Cota.

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