LA PRECISAZIONE

Spettabile direttore de Il Giornale, in seguito all'articolo di Paolo Beltramin pubblicato il 15 dicembre 2008 su Il Giornale richiediamo di pubblicare rettifica di quanto di falso, inesatto ed omesso nel testo di cui sopra. Riteniamo che un’inchiesta non possa basarsi su conoscenze insufficienti e mediocri dell'argomento trattato e soprattutto su fonti inattendibili e non verificate. In riferimento alla programmazione si parla della sola fantomatica serata dance a cui ha partecipato Paolo Beltramin omettendo tutte le diverse forme di arte e cultura che vengono proposte nelle diverse serate. Per esempio teatro, cabaret, concerti di musica dal vivo di qualsiasi genere, dal liscio alle serate dance. Il riferimento alla circostanza che non si emettono scontrini e non si paga l’Iva e altre imposte rivela la completa ignoranza in merito alla materia fiscale. Il Circolo lavora nel periodo invernale in regime fiscale semplificato che prevede, oltre al pagamento di tutta l’Iva (che non può essere scaricata a differenza degli esercizi commerciali), il pagamento delle tasse relative all’attività in base agli studi di settore. Nel periodo estivo invece il Circolo apre al pubblico con regolare licenza di pubblico spettacolo e in regime fiscale ordinario, che comporta emissione di scontrini fiscali, Iva eccetera come un esercizio commerciale. La differenza sostanziale rispetto agli esercizi commerciali, omessa, è che l’utile di una Associazione Arci non può essere diviso ma deve necessariamente essere reinvestito in altre attività culturali e sociali che il circolo ha reso pubbliche. È stato poi omesso che al Circolo Arci Magnolia lavorano regolarmente assunte a tempo indeterminato undici persone, mentre dall’articolo sembra essere un posto senza regola alcuna. Inoltre, i prezzi indicati sono errati. L’ingresso non è sempre 5 euro ma è spesso gratuito e mai supera i 10 euro, come una vera inchiesta avrebbe dovuto sottolineare. I cocktail costano tutti 5 euro. Solo alcuni con maggiore quantità di alcool costano 7 euro (per esempio il long island). Il paragone a locali come l’Hollywood viene dettato da una pessima conoscenza del mondo associativo.


Gentile Pontiroli, il mio articolo racconta la lunga serata che ho passato venerdì scorso al Magnolia. Solo a dicembre nel circolo sono in programma 6 serate “dj set” più cinque feste speciali, come la “After Babbo Night” a Natale e il veglione a Capodanno: una notte da discoteca ogni tre giorni. In passato ero stato altre volte a ballare al Magnolia, mentre temo che lei abbia letto il mio articolo troppo in fretta. Infatti c'è scritto proprio che «d’estate il Magnolia è un locale pubblico aperto a tutti» e il presidente dell’Arci di Milano, Emanuele Patti, informa che ci sono «una decina» di persone regolarmente a contratto. Il ragazzo che controllava il cortile interno del circolo, invece, venerdì mi ha detto di essere lì «solo per dare una mano». Lo stesso Patti mi ha confermato che «d'inverno il Magnolia è un circolo culturale, regolamentato dalla legge 383 del 2000». Questa legge concede una lunga serie di agevolazioni fiscali alle associazioni, anche rispetto all’Iva (che non deve essere applicata sui beni e servizi erogati agli associati: infatti il circolo non rilascia scontrini). Capitolo prezzi: la maggioranza degli undici appuntamenti dance di dicembre (compreso quello di venerdì scorso) è a pagamento, 5 o 10 euro più tessera. L'osservazione che “i cocktail costano tutti 5 euro” ma “solo alcuni ne costano 7” mi sembra non abbia bisogno di una replica. Infine, il fatto che gli utili non possano essere divisi tra i soci è scontato perché insito nella stessa natura dell’Arci, associazione culturale e ricreativa, quindi “non profit”.

Altrimenti il Magnolia sarebbe proprio un locale pubblico come gli altri, ma non lo è.
Paolo Beltramin

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