Tv locali, reti satellitari, canali digitali terrestri. Molte radio. E tutto il mondo web. Quello che è accaduto ieri sera al Paladozza di Bologna non è stato soltanto un fatto politico, ma soprattutto un grande esperimento mediatico. Praticamente, per una notte, è stato visibile al grande pubblico quel terzo polo televisivo sognato anni fa, in fasi e modi diversi, dai giornalisti presentatori «super-chic» Santoro-Costanzo (che vagheggiarono una Telesogno) e Fazio-Lerner (protagonisti del primo progetto de La7), ma con un salto in avanti fondamentale: lenorme piazza online. Insomma, tutti coloro che volevano unirsi al coro di protesta per la chiusura dei talk show in campagna elettorale, si sono collegati attraverso i canali non tradizionali. I piccoli network sobillati dal tribuno riccioluto hanno sfidato i giganti dellinformazione. Mentre le grandi reti popolari (Rai e Mediaset) continuavano a mandare in onda la consueta programmazione, molti altri mezzi di comunicazione che singolarmente realizzano numeri di utenza molto più bassi, si sono messi insieme per ununica grande diretta unificata.
I dati che possono misurare la consistenza del fenomeno si potranno avere, ovviamente, soltanto oggi. Però se si mettono insieme tutte le adesioni, si capisce che il numero di italiani a cui la voce di Santoro è arrivata ieri sera potrebbe non essere così tanto lontana dai cinque milioni di telespettatori che, in media, ogni giovedì seguono Annozero. Trasmissione che, appunto, sarebbe dovuta andare in onda ieri su Raidue, se non fosse intervenuta la legge sulla par condicio. Basta analizzare il numero degli utenti di ogni mezzo che ha aderito alladunata, ricordando che, per loccasione, magari sono raddoppiati, triplicati, decuplicati.
Partiamo dalle tv. Moltissime reti locali (da Telelombardia a Tv Centro Marche ad Antenna Sud Puglia) erano collegate in diretta: in media (abbiamo preso i dati relativi alla prima serata del mese di febbraio) la somma di tutti i canali locali che sono visibili in sistema analogico e in digitale terrestre arriva al 5,7 per cento di share (cioè il 5,7 per cento degli spettatori che guardano la tv tra le 21 e le 23), che significa un milione e mezzo di persone. SkyTg24 ha uno share medio dello 0,09 per cento, ma nellarco della giornata il canale all news realizza due milioni e mezzo di contatti (utenti che si soffermano almeno un minuto). Current Tv (in onda sulla piattaforma Sky), la rete ufficiale della «Santoro night», ha solo lo 0,02 per cento con quattromila spettatori medi, ma ieri sera avrà certamente fatto un bel balzo. Rainews24, che ha seguito levento solo con finestre informative (e a partire dalle 22,30 in differita), nonostante il direttore Corradino Mineo volesse mandarla in onda per intero (la par condicio imponeva le conferenze stampa dei candidati), raggiunge una media di 25mila spettatori. A tutto ciò, si aggiungono i servizi di cronaca dei tiggì delle reti generaliste e gli approfondimenti di Linea Notte su Raitre.
Passiamo al web. Il sito ufficiale su cui si poteva seguire la manifestazione è www.Raiperunanotte.it, ma in streaming ci si poteva collegare attraverso molti altri portali, chiunque poteva «linkare» liberamente. Tra i principali siti collegati quelli del Fatto quotidiano, dellIdv, della Fnsi (Federazione della Stampa), del Corriere della Sera (che ha una media giornaliera di un milione 460mila utenti, dati di febbraio), di Repubblica (media utenti di un milione 624mila, sempre dati di febbraio), del canale La7 e del Tg3. Era disponibile anche uno streaming dedicato per gli utenti di Fastweb.
Infine le radio.
Oggi si faranno i conti. E si capirà quanti supporter veri ha Santoro e se esiste la possibilità di una forma di comunicazione alternativa a quella tradizionale che abbia una reale consistenza.
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