I soldi per i rom? Tanto vale spenderli a casa loro. «Se si riuscissero a impegnare le risorse previste per i campi nomadi in città per fare campi in Romania, avremmo riportato i rom nel loro habitat naturale e, contemporaneamente, alleggerito la pressione su Milano. Pensiamo solo a quanto è costato sistemare via Triboniano...». Non è il discorso di un leghista ma del prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, che vede di buon occhio l’ipotesi di incentivi economici che favoriscano il rimpatrio dei rom al loro Paese. Nelle settimane scorse, ricorda, il ministro degli Interni romeno ha fatto tappa in città e in quell’occasione ha incontrato sia lui che Letizia Moratti. Il fatto che «proprio il sindaco abbia proposto questa soluzione degli incentivi può aiutarci a superare il problema. Ed è molto importante la collaborazione col governo romeno». Una soluzione promossa subito dall’assessore alle Attività produttive Tiziana Maiolo: «Dobbiamo continuare a sprecare le nostre risorse per mantenere i rom? Meglio usarle perché tornino in Romania, la situazione attuale oltretutto ci dice che non sono più nomadi ma stanziali. Se impiegassimo le risorse in modo diverso i campi di Milano diventerebbero temporanei e a pagamento».
Finalmente, è invece la considerazione del vicesindaco Riccardo De Corato, «cala il sipario sul governo Prodi e si chiude così la lunga serie di promesse mancate». L’ultima è sui 3 milioni «congelati», sul «blocco dei fondi che Milano ha stanziato per il patto Sicurezza, rimasti nelle casse comunali a causa delle inadempienze del Tesoro che in sei mesi non è stato in grado di aprire un conto su cui accreditarli. E dire che qualsiasi cittadino ci impiega un quarto d’ora...». Zero risposte, sottolinea De Corato, anche «sulla nomina del prefetto a commissario per la gestione dell’emergenza rom». Anche Gian Valerio Lombardi non può che allargare le braccia: «Io e il sindaco la nostra parte l’abbiamo fatta», ammette. Da tempo è stato inviato a Roma tutta la documentazione che serviva per far scattare il provvedimento. Ma il ministro all’Interno Giuliano Amato non ha mai firmato il decreto per la nomina. Si tratta, considera il prefetto, «di una scelta politica. Probabilmente il problema è che si renda necessario qualcosa che non riguarda solo Milano». Facile immaginare che, una volta eletto un prefetto commissario per il capoluogo lombardo, altre grandi città che soffrono dell’emergenza rom avanzino la stessa pretesa. Sulla questione dei fondi speciali bloccati, denunciata dal vicesindaco, Lombardi fa sapere invece che «la discussione si sta concludendo, tra qualche giorno sarà possibile versarli sulla contabilità speciale della prefettura». E ieri da Roma sarebbe arrivata la comunicazione, per ora solo «informale», dell’attivazione.
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