Premier League Macché crisi Per i diritti tv incassati 2 mld

Ancora una volta i soldi delle tv a pagamento risollevano le finanze della Premier League. Come ormai da 17 anni si rinnova, sempre più ricco, il sodalizio tra il massimo campionato inglese, l'evento sportivo più trasmesso al mondo, e BSkyB, il ramo britannico dell'impero di Rupert Murdoch. Ieri a Londra le parti hanno siglato un nuovo accordo per il triennio 2010-2013: poco più di un miliardo di euro per la trasmissione di 92 incontri all'anno. Una cifra analoga a quella dell'ultimo contratto datato 2004 (1,150 miliardi di euro). Ancor più impressionante, però, se si considera la crisi economica in corso. Una pioggia d'oro per le casse, esigue e boccheggianti, dei club inglesi. BSkyB dunque trasmetterà circa il 66% degli incontri, detenendo la priorità nel diritto di scelta. Gli altri pacchetti in vendita (46 partite in totale) verranno assegnati entro la fine della settimana ad un'altra emittente, da scegliersi tra la statunitense Espn e Setanta (in ballo 664 milioni di euro). Appare sempre più evidente come la vendita dei diritti tv sia la vera differenza tra il campionato inglese e il resto d'Europa. Una cessione collettiva, con redistribuzione parzialmente mutuale.

Perché solo metà del denaro delle tv viene ripartito in quote uguali tra le 20 squadre; per il resto, un quarto è assegnato in base alla posizione di classifica dell'anno precedente, e l'ultimo quarto ai passaggi in tv.

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