Un nuovo vestito per Milano. Le parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alla Direzione del Pdl riaprono lipotesi della città metropolitana per il capoluogo lombardo. Tutto nasce dal tema delle riforme: «Nel programma - ha detto il premier - cè scritto che aboliremo le province inutili, cioè quelle che ricadono sulle città metropolitane, come ad esempio nel caso di Roma o Milano, ma abbiamo fatto un calcolo e abolendo le Province si risparmiano solo 200 milioni, perché tutto passa poi alle Regioni a livello di personale o competenze».
Le città metropolitane sono nella Costituzione. Ciò che serve ora è la legge che le traduca in realtà. Una prospettiva che il presidente della Provincia, Guido Podestà, non vede con sfavore, anche se pure lui sfata la «leggenda» dei risparmi legati allabolizione delle province: «Ringrazio il presidente del Consiglio per aver precisato che, al di là delle stime propagandistiche (14 miliardi di euro) accreditate in questi mesi dai media, il risparmio per lo Stato derivante da uneventuale abolizione tout-court delle Province ammonterebbe a non più di 200 milioni di euro». Podestà comunque accetta la sfida: «La Provincia di Milano - dice - è in grado di svolgere i compiti assegnati con un bilancio inferiore di 7 volte a quello del Comune di Milano e di 30 volte a quello della Regione, risponde pienamente ai requisiti fissati per il riconoscimento della Città metropolitana. Auspico a tal punto la creazione di questo ente, di area vasta e con competenze meglio definite su infrastrutture, trasporti, pianificazione urbanistica e ambiente, da aver istituito una commissione di ex sindaci che sta lavorando a una proposta da sottoporre al Parlamento».
E la città metropolitana è vista con favore anche dal predecessore di Podestà, Filippo Penati, del Pd: «È interessante se si riesce a fare quella che io avevo proposto. Una città metropolitana che non si sovrappone al Comune e a tutti gli enti esistenti. È anche un problema di efficienza».
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