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Premier: no a governicchi, si va avanti Fini: "Votare il suo discorso in Aula"

Il presidente della Camera da Ottawa: "Ci deve essere un voto sulle dichiarazioni che Berlusconi farà in Parlamento alla fine del mese". Il premier: "A questo governo non c’è alternativa. Abbiamo dovere di andare avanti e governare. Siamo consapevoli della forza e delle nostre responsabilità perche il Pdl è il pilastro della democrazia e del Paese".  Ieri al Forum internazionale della democrazia in Russia: "Fini? Vuole l'aziendina"

Premier: no a governicchi, si va avanti 
Fini: "Votare il suo discorso in Aula"

Gubbio - "A questo governo non c’è alternativa. Abbiamo dovere di andare avanti e governare". Parla meno di dieci minuti, ma il concetto è ripetuto almeno tre volte: il governo va avanti, abbiamo il dovere di governare. Sulla linea Mosca-Gubbio corre il nuovo corso della politica di Silvio Berlusconi, il nuovo imput al suo Pdl: non permetteremo "governicchi", la crisi di governo "sarebbe un delitto", ma la "vecchia politica politicante" non avrà la meglio. "Siamo sereni e saldi", giura Berlusconi, "ci siamo sempre tenuti lontani da questo teatrino sempre più insulso e sempre più assurdo". Nel mirino di Berlusconi non ci sono oggi i magistrati, ma "la sinistra" e i finiani. Meglio, quegli "antiberlusconiani vecchi e nuovi" che "possono produrre tutte le chiacchiere e le feste di partito che vogliono, ma non avranno mai la soddisfazione di vedere un nostro concorso nel fare precipitare l’Italia verso la crisi". È una questione di responsabilità, aggiunge il Cavaliere, anche perché l’esecutivo ha fatto tanto per mettere "i conti pubblici in sicurezza» e per "rassicurare i mercati: ma non ci scordiamo mai che l’Italia potrebbe correre il rischio di una sfiducia, anche magari solo parziale, sui mercati".

"La crisi sarebbe un delitto" Rassicurare, dunque, ma senza abbassare la guardia: il Pdl non farà precipitare l’Italia verso una "crisi politica che avrebbe dei risvolti incerti, sospesa tra le ipotesi di elezioni anticipate da un lato e l’ennesimo governicchio tecnico dall’altro. Adesso sarebbe davvero un delitto compromettere tutto quello di positivo e concreto che abbiamo fatto aprendo la strada all’instabilità politica. Per questo non giocheremo mai al ’tanto peggio, tanto megliò come purtroppo qualcuno sta facendo". Siccome Gubbio è storico appuntamento promosso dall’ala ex azzurra del Pdl, il Cavaliere si congeda raccogliendo un grande applauso dalla platea umbra: "Non so perchè, ma mi viene da dire Forza Italia e forza Milan...". 

Fini: "Su discorso premier serve il voto" "Sulle dichiarazioni che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi terrà in Parlamento alla fine di settembre ci deve essere un voto. Non ha senso fare il discorso senza un voto. Se no il presidente del Consiglio che cosa cerca a fare il sostegno di 316 deputati?". Gianfranco Fini, a margine dei lavori del convegno in corso a Ottawa dei presidenti delle Camere, lancia una sfida al premier che conta di potersi presentare alla Camera, a fine settembre, forte di una maggioranza autosufficiente e non condizionata dai voti dei cosiddetti finiani.

La precisazione Precisazione del portavoce del presidente della Camera, Fabrizio Alfano: "Da parte del presidente Fini non è venuta nessuna richiesta di voto in aula sulle dichiarazioni che terrà il presidente del Consiglio". Alfano chiarisce: "Il governo farà le proprie valutazioni" e , d’altronde "è solo un problema di logica: se Berlusconi chiede di verificare se ci sia una maggioranza, si presuppone ci sia anche la volontà di chiedere un voto". 

Ronchi si smarca Di segno diverso la dichiarazione rilasciata invece a margine della festa di Atreju dal ministro Andrea Ronchi, esponente finiano moderato di Futuro e libertà. "Siamo leali al governo e siamo nel centrodestra", ha assicurato negando la disponibilità a far parte di "un terzo polo" e sottolineando, in particolare, che "per quello che mi e ci riguarda, gli elettori sono sovrani e il governo lo fanno loro con il voto". Dunque, o Berlusconi o le urne: "Chi parla di governi tecnici, ribaltoni o cose strane fa solo sogni o vane speranze". Fuori discussione il voto favorevole al programma che il premier illustrerà a Montecitorio: "Quei cinque punti fanno parte del programma, per noi il primo è la lealtà al governo e agli elettori". Parole che sembrano rivolte all’interno del gruppo di Futuro e libertà, dove i cosiddetti falchi, pur garantendo la disponibilità a votare la fiducia al governo, tuttavia non hanno escluso in queste settimane l’ipotesi di un esecutivo di transizione magari con il solo obiettivo di modificare la legge elettorale.

Pdl: "Chi voleva spodestarlo deve rassegnarsi" "Chi voleva condurre operazioni di palazzo, operazioni antidemocratiche volte a sovvertire il voto espresso dagli italiani, operazioni per spodestare il Governo Berlusconi a beneficio di soluzioni pseudo-tecniche, si è dovuto e si deve rassegnare. Ci sono le condizioni numeriche e politiche per procedere". Lo afferma, in una nota, il portavoce del Pdl Daniele Capezzone". È ovvio - aggiunge - che Governo, maggioranza e Pdl non consentiranno a nessuno di rimettere in campo operazioni di logoramento, strategie di fibrillazione continua con l’obiettivo di dare al Paese un continuo senso di precarietà e di instabilità. È il momento della serietà e della responsabilità, non delle furbizie e dei tatticismi".  

Bonaiuti: "Gli italiani chiedono di andare avanti" Il governo deve proseguire la sua azione, ne è convinto il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Paolo Bonaiuti, che è intervenuto alla scuola di formazione politica del Pdl. "Andiamo avanti - ha detto - perchè il governo ha il dovere di governare; ce lo chiedono gli italiani.

Come ha detto il presidente Berlusconi dobbiamo tenere i piedi ben piantati in Italia". 

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