Politica

Premier in tv, dall'Agcom maxi multa ai telegiornali Mediaset: ricorso al Tar

Stangata dell'Authority dopo le interviste a Berlusconi di 5 telegiornali venerdì scorso. Per Tg2, Tg5 e Studio Aperto sanzione da 100mila euro. Per Tg1 e Tg5 260mila euro "perché recidivi". Mediaset: "Allibiti". Minzolini: "Esterrefatto". Calabrò: "Nessuna valutazione politica"

Premier in tv, dall'Agcom 
maxi multa ai telegiornali 
Mediaset: ricorso al Tar

Roma - Stangata sui telegiornali. A Tg1 e Tg4 la sanzione nella misura massima prevista dalla legge (258.230 euro), in quanto recidivi, e sanzioni di 100mila euro ciascuno a Tg2, Tg5 e Studio Aperto: lo ha deciso oggi a maggioranza la commissione servizi e prodotti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, dopo aver analizzato la trasmissione delle interviste al premier Berlusconi venerdì 20 maggio. Il voto contrario è del commissario Antonio Martusciello, in quota centrodestra.

Calabrò: "Non c'è nessuna valutazione politica" Le sanzioni ai tg decise dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni seguono "una valutazione strettamente giuridica e nessuna valutazione politica". Lo dice il presidente dell’Autorità, Corrado Calabrò, commentando le sanzioni decise oggi per l’intervento del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nei telegiornali di venerdì scorso. "La commissione ha fatto una valutazione tecnica e giuridica della situazione: la violazione c’è e le sanzioni ne sono la naturale conseguenza", dice Calabrò.  

Mediaset: "Ricorso al Tar" Mediaset è "allibita per le sanzioni decise oggi dall’Agcom contro le quali ricorrerà immediatamente al Tar" annuncia l’azienda. "Con questa decisione l’Authority impedisce di fatto alle televisioni di fare il proprio mestiere di informazione e in questo modo diventa parte anzichè arbitro, come la legge vorrebbe, del confronto politico".

Minzolini: "Esterrefatto" "Sono esterrefatto. L’Agcom ha multato tutte le tv che hanno fatto un’intervista al premier che non parlava dal giorno delle elezioni. In altre parole, secondo l’Autorità, il capo del governo non doveva essere intervistato" dice Augusto Minzolini, direttore del Tg1. "Quindi il criterio giornalistico è stato messo da parte - aggiunge Minzolini - e ne è stato introdotto un altro dai contorni confusi che non è neppure quello della par condicio, visto che l’equilibrio in tv era assicurato dalla natura e dai tempi delle presenze dei politici dell’opposizione nelle edizioni del tg sia dei giorni precedenti che di quelli successivi. Come possono confermare i dati".

Il Cda Rai si riunisce La sanzione comminata dall’Agcom al Tg1 e al Tg2 dopo l’intervista di Berlusconi di venerdì scorso figura all’ordine del giorno del Cda Rai di mercoledì. A quanto si apprende da fonti consiliari, l’odg (nel quale non ci sono nomine) è stato integrato con il punto "Elezioni amministrative 2011 e provvedimenti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni".

Le motivazioni "La commissione servizi e prodotti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni - spiega una nota dell’organismo di garanzia - nella sua riunione odierna, ha esaminato, anche alla luce degli esposti presentati, la situazione determinatasi nella giornata di venerdì 20 maggio, nella quale si è avuta la trasmissione, in prime time, da parte dei notiziari Tg1, Tg2, Tg5, Tg4 e Studio Aperto, di interviste al presidente del Consiglio. Sul punto l’Autorità aveva chiesto lo scorso 21 maggio chiarimenti urgenti alle emittenti interessate. Considerate le osservazioni pervenute da Rai e Mediaset, la commissione ha ritenuto che le interviste, tutte contenenti opinioni e valutazioni politiche sui temi della campagna elettorale, e omologhe per modalità di esposizione mediatica, abbiano determinato una violazione dei regolamenti elettorali emanati dalla commissione parlamentare di Vigilanza e dall’Agcom.

Richiesta di equilibrio L’Autorità ribadisce che "vige il dovere di equilibrio e completezza di informazione fino alla conclusione della campagna elettorale con i ballottaggi in corso". L’Agcom ha "chiarito che il divieto di diffusione di sondaggi sulle intenzioni di voto rimane in vigore su tutto il territorio nazionale fino allo svolgimento del secondo turno delle elezioni amministrative".

I commissari contrari La decisione "costituisce un precedente che vulnera la certezza del diritto e il principio di legalità" dichiarano in una nota congiunta quattro commissari dell’Authority: Martusciello (che ha votato contro), Stefano Mannoni, Roberto Napoli, Enzo Savarese. I quattro aggiungono: "Occorre ribadire che nel periodo elettorale gli equilibri tra le varie forze politiche nei notiziari devono essere garantiti su base settimanale, ciò che è puntualmente avvenuto anche in questa circostanza. Pertanto l’intervista al presidente del Consiglio, andata in onda il giorno venerdì 20 maggio 2011, non ha alcuna autonoma rilevanza, né integra di per sè alcuna violazione delle regole in tema di par condicio, il cui rispetto è stato pienamente garantito nell’arco della settimana". Inoltre "non si possono limitare né mortificare legittime scelte editoriali agitando lo spettro di violazioni inesistenti o modificando in corso d opera i criteri sulla base dei quali rilevarle. A maggior ragione quando questo zelo si manifesta a senso unico - sottolineano i quattro commissari - l’Autorità non essendo mai intervenuta nei confronti di trasmissioni che continuamente violano il diritto a un equilibrata informazione, come nel caso di Annozero, è inevitabile pensare che alla decisione odierna non siano estranee le continue pressioni esercitate ossessivamente da vari esponenti della sinistra".

Cicchitto: "Decisione grottesca" "La decisione dell’Agcom è grottesca e faziosa. La par condicio da sempre viene applicata tenendo conto del complessivo dei minuti e non in una singola edizione dei tg. Multare tutti i telegiornali che hanno mandato in onda una intervista al premier è segno di una caccia alle streghe indegna".

Lo ha affermato il Presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto, commentando le pensanti multe dell’Agcom a Rai e Mediaset per le interviste elettorali al Premier Silvio Berlusconi. 

Commenti