Prendersi una laurea senza muoversi da casa

Nelle università on-line i corsi vengono seguiti via computer o attraverso la tv

Prendersi una laurea senza muoversi da casa

Monica Marcenaro

da Milano

In Italia si contano ancora sulle dita di una mano, ma dovrebbero diventare gli istituti di formazione del futuro. Sono le università on-line che hanno aperto i battenti solo da qualche anno, con enorme ritardo rispetto a quanto è successo in Europa e nel resto del mondo, e che sono state riconosciute dal ministero dell’Istruzione da appena un biennio facendole diventare a tutti gli effetti equiparabili alle altre istituzioni accademiche, pubbliche o private che siano. Saranno proprio questi atenei ancora poco noti, con una breve storia alle spalle e senza sedi prestigiose, «a diventare le università del futuro». Ne è convinta Gloria Saccani Jotti, ordinario di Patologia clinica alla facoltà di Medicina dell’Università di Parma che, in qualità di componente della segreteria tecnica del ministro Moratti, ha seguito i lavori della prima Conferenza internazionale sulle università telematiche che si appena conclusa a Roma.
Il Congresso americano ha deciso di assegnare finanziamenti pubblici anche alle accademie on-line, riconoscendone implicitamente la validità ai fini dell’insegnamento. Ma cosa le distingue?
«Si tratta di università a tutti gli effetti, molte delle quali operano in vari Paesi, che possono concedere ai propri studenti titoli riconosciuti dai rispettivi governi. Ora questo è possibile anche in Italia per un certo numero di atenei on-line legalmente riconosciuti che utilizzano, a differenza delle università tradizionali, corsi di insegnamento a distanza, per esempio via Internet o via satellite. Lo studente segue i corsi attraverso il proprio computer o la televisione collegata al digitale terrestre. Negli Usa stanno registrando un grande successo, l’università di Phoenix conta già 300 mila studenti».
Quali i vantaggi e i limiti?
«I benefici sono diversi: gli studenti non devono spostarsi, se non per sostenere gli esami e possono seguire i corsi nelle ore a loro più congeniali, le lezioni sono disponibili ventiquattro ore su ventiquattro. Questo vuol dire aprire le porte della formazione universitaria ai disabili, a chi ha un’attività lavorativa, a chi vive in zone rurali, alle persone anziane. Questi atenei non richiedono aule o attrezzature fisse, il numero degli studenti non è limitato dalle infrastrutture disponibili e questo porta a delle economie di scala nei costi dell’insegnamento».
Superati i problemi di capienza, c’è dell’altro?
«Le università telematiche possono impartire insegnamenti in diverse lingue e il loro ambito d’azione non è più locale (Milano, Roma), ma nazionale e internazionale. Le lezioni sono tenute direttamente da una pluralità di docenti che possono essere scelti in tutto il mondo, portando la qualità dei migliori professori direttamente a casa dei nostri studenti».
Come si può diventare medico stando seduti dietro a un pc?
«I corsi di laurea di questi atenei non comprendono in genere quelli caratterizzati da un alto contenuto sperimentale come medicina, chimica, fisica. Per molti altri tipi di laurea, come per esempio per giurisprudenza, economia, scienza della formazione, scienze sociali, i cui corsi si svolgono soprattutto in aula, le università on-line possono invece utilizzare tutti i vantaggi offerti dalle nuove tecnologie dell’informazione».
Un esempio?
«È previsto che ogni gruppo di venti studenti sia seguito non solo da una pluralità di professori, ma anche da uno o più tutor. Non ci sarà il contatto diretto, fisico, ma di certo il tutor deve trovare il tempo di rispondere a tutti. Le nuove tecnologie permettono anche l’utilizzo di aule virtuali dove un gruppo di studenti può, non solo ricevere le lezioni, ma anche interagire direttamente con gli insegnanti».


Sono state percepite finora come università di serie B per studenti lazzaroni.
«Questi atenei sono stati messi nelle condizioni di operare al meglio solo ora. Vediamo come funzionano, valutiamo la qualità dei docenti e delle lezioni e poi potremo stilare un giudizio».

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