Presa la gang dei furti in chiesa

Fra qualche giorno, con l’autorizzazione dei magistrati, tornerà nell’antica chiesetta di Santa Barbara dei Librari, al rione Regola, la grande Pala d’altare con l’immagine della santa rubata a settembre dell’anno scorso. Il ladro si fece chiudere dentro la chiesa e di notte potè portarla via senza problemi. Ma forse non sarebbe stato possibile recuperarla e assicurare alla giustizia i responsabili, in mancanza di una foto dell’opera, se in casa del collezionista romano dov’era conservata non fosse stata trovata assieme al quadro anche la pergamena del committente. Il cardinale Facchinetti, che nel 1682 donava il dipinto alla Confraternita dei Librari con l’impegno di non muoverla dall’altare della biblioteca. La prova era la pergamena anche se non era più dietro la tela come in origine.
È uno dei numerosi oggetti d’arte e d’antiquariato, valore difficile da quantificare ma molto alto, che il tenente colonnello Ferdinando Musella, comandante del reparto operativo dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, presenta nella sede di via Anicia. Pezzi ritrovati recentemente, che hanno condotto alla denuncia a piede libero di otto persone e all’arresto di altre due. Di cui vengono riferite solo le iniziali, N.S. e S.B.. Romani, di 40 e 48 anni, uno tossico, ladri professionisti specializzati in chiese. Ne hanno visitate una decina, l’ultima sei mesi fa, fra cui Sant’Alessio all’Aventino, Santa Maria in Campitelli e il Verano. Rubavano in pieno giorno: uno si incaricava di prendere la «merce», l’altro di distrarre la gente. Ma sono stati «presi col sorcio in bocca» dice il maresciallo Tempesta.
Le indagini sono la prosecuzione di altre iniziate negli anni scorsi. Come l’operazione «Piazza pulita» del 2004-2005 indirizzata contro gli specialisti di furti d’arte in appartamenti che portò durante l’estate a un calo del 70% di questo tipo di reati in città.
Le opere esposte sono il frutto di furti avvenuti nel 2004, 2005 e 2006. Gli argenti provengono da una truffa perpetrata a danno di un’antiquaria dei Parioli a opera di una coppia al di là di ogni sospetto sparita con tutta la refurtiva. E in relazione con una nota famiglia delinquenziale della capitale che punta molto sulla potenza del nome per scongiurare le denunce. I quattro dipinti, fra cui uno di Pierfrancesco Cittadini detto «Il Milanese» e un natura morta fiamminga assieme a una finissima crocifissione in avorio del ’600 sono relativi a un furto nel 2005 in una casa privata a piazza di Spagna.


Fra le opere recuperate anche sei dipinti seicenteschi rubati nel 2004 in una chiesa di Siena, un’opera attribuita a Pompeo Batoni, una copia da Guido Reni, un orologio da tavolo in metallo dorato del Settecento e quattro candelabri rubati nel cimitero monumentale del Verano.

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