Prescritti tutti i reati contestati nell’inchiesta che sfiorò Formigoni

Milano Tutti prosciolti per prescrizione: finisce in nulla l’inchiesta milanese sullo scandalo «Oil for food», le tangenti pagate al regime di Saddam Hussein al tempo dell’embargo deciso dall’Onu contro l’Iraq. L’inchiesta aveva portato a lambire anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni (nella foto), che non era mai stato indagato ma era stato pesantemente tirato in causa per le attività di un suo collaboratore, Marco Mazzarino De Petro. De Petro in primo grado era stato condannato a due anni e mezzo di carcere, e la stessa pena era stata inflitta al petroliere Andrea Catanese e a un mediatore, Paolo Lucarno, tutti riconosciuti colpevoli di corruzione internazionale. Ma le condanne inflitte in primo grado ai tre imputati vengono cancellate ieri dalla Corte d’appello.
Che il processo fosse destinato a non arrivare alla sentenza definitiva la Procura lo temeva fin dal primo giudizio, visto il lungo tempo trascorso dai fatti sotto accusa. Ma il pm Alfredo Robledo riteneva che almeno fino alla fine del 2010 la prescrizione non dovesse scattare. Invece ieri mattina i giudici di secondo grado accolgono la tesi delle difese e dichiarano estinti i reati. Ai tre imputati viene ordinata la restituzione di oltre un milione di euro sotto sequestro.
L’indagine milanese era nata da un’inchiesta delle Nazioni Unite sugli abusi legati al programma «Oil for Food» (che consentiva deroghe a fini umanitari all’embargo all’Iraq).

Molte imprese occidentali interessate al business con Bagdad si erano poi sdebitate versando somme rilevanti su conti indicati dal regime iracheno. Tra queste, la Italian Cogep, scelta come controparte dagli iracheni su suggerimento dello staff di Formigoni.

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