Prese l’epatite in ospedale, risarcita dopo 18 anni

Il tribunale civile di Genova ha condannato il ministero della Salute a risarcire oltre 260mila euro complessivi ad una donna che aveva contratto l’infezione da epatopatia cronica HCV a seguito di trasfusioni di sangue effettuate presso l' ospedale Santa Corona di Pietra Ligure.
La trasfusione avvenne nel 1989 e poi la donna, che aveva 37 anni, contrasse l' infezione. In seguito promosse causa civile. Il ministero si costituì eccependo il difetto di legittimazione passiva dello stesso e la causa venne istruita mediante consulenze e produzioni documentali.
Sulla legittimazione passiva è stato ritenuto pacifico che il ministero della Salute è l’autorità nazionale preposta al controllo dell’attività di raccolta del sangue, che l’opera di vigilanza nella produzione e distribuzione dei derivati del sangue faceva capo allo stesso. È stato spiegato che nel 1989 era già stato scoperto il virus dell’epatite C ed era possibile individuare i possibili portatori dell’epatite «non-A» e «non-B».
Inoltre la consulenza mise in evidenza come nel 1989 le conoscenze scientifiche erano tali da consentire al ministero di adottare efficaci misure di controllo e di prevenzione sul sangue e sui suoi derivati e come in concreto tali misure non furono adottate.

Alla donna fu riscontrata una invalidità permanente del 40 per cento.
Oltre a 262.256 euro comprensivi di risarcimento, rivalutazione monetaria e interessi, il ministero dovrà rimborsare oltre 15mila euro per spese di giudizio varie.

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