Roma. «LItalia è un Paese che non ama altro che il calcio». Gianni Letta ha esordito così ieri alla presentazione del libro che raccoglie i 5 anni di articoli scritti dallex ambasciatore israeliano a Roma Ehud Gol. «Per cui - prosegue - come faceva lItalia a non amare un personaggio che si chiama Gol?». Sospirone. «Non solo - prosegue il braccio destro di Silvio Berlusconi - io lho conosciuto proprio allo stadio, dove andava a vedere le partite di Roma e Lazio».
«Però - aggiunge poco dopo il ministro degli Esteri di quellepoca, Gianfranco Fini - cè da dire che guardava le partite di Roma e Lazio, ma di fronte al bianco azzurro mostrava una certa preferenza, non perché fossero i colori della squadra di un certo presidente (Claudio Lotito, patron della Lazio, presente in sala) ma forse perché gli ricordano i colori della bandiera dIsraele». Risata generale, e via a tessere le lodi di Gol, «ambasciatore molto poco "diplomatico", ma dotato di schiettezza e franchezza che gli hanno permesso di far superare allItalia il pregiudizio nei confronti dIsraele».
Caloroso lapplauso che la platea, composta in massima parte dai principali esponenti della comunità ebraica romana, ha tributato ai due esponenti di centrodestra, definendoli «i migliori amici di Israele in Europa», mentre lex vicepremier non ha risparmiato una stoccata al suo successore, Massimo DAlema. «Non penserete mica - ha detto a un certo punto - che un ministro del governo Berlusconi si sarebbe fatto fotografare a spasso con un ministro di Hezbollah».
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