Il preside denuncia l’ultima beffa: alla Lombardia meno posti che al sud

Un osservatorio in grado di dettare le linee programmatiche dell’offerta formativa universitaria sulle professioni sanitarie, tenendo conto sì delle esigenze del territorio regionale, ma anche sulla base di una equilibrata offerta nazionale. Lo chiede il preside della facoltà di Medicina dell’Università di Milano, Ferruccio Ferrario, che ha dimostrato, numeri alla mano, che un equilibrio di questo genere in Italia non esiste. Ferrario ha presentato i dati di una ricerca da cui emerge molto chiaro questo squilibrio: ad esempio, su un totale di 1100 iscritti al corso triennale di Ostetricia a livello nazionale, nel 2009 la Lombardia (16% di abitanti), ne ha accettati il 14%, mentre il Lazio (9% di abitanti) ne ha accettati quasi il 17%.

Ancora più evidente lo squilibrio fra gli infermieri pediatrici, dove le facoltà lombarde ne hanno iscritti meno del 6% mentre quelle della Campania (meno del 9% di abitanti) ne hanno iscritti il 23%, quelle di Lazio e Sicilia il 13%, quelle del Piemonte il 14. «Perché - si è anche domandato - i rappresentanti delle professioni mi chiedono sempre di mantenere basso il numero delle matricole milanesi, mentre non fanno così nelle altre regioni?».

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