IL PRESIDENTE ANCE PAOLO BUZZETTI

«Una firma dopo 8 mesi di discussioni. Poco, considerati i ritmi italiani, ma la crisi non ci concede altre esitazioni».
Paolo Buzzetti, presidente dell’associazione nazionale dei costruttori edili (Ance), non conta il risultato?
«Certamente. Il piano di social housing appena varato dal governo va a riempire una storica carenza: quella di alloggi per fasce sociali disagiate, come famiglie a basso reddito, giovani coppie e anziani soli. Centomila appartamenti in 5 anni sono una risposta significativa laddove siamo in ritardo rispetto ad altri Paesi».
Dall’annuncio ai fatti.
«Il decreto prevede diverse formule di finanziamento. Si può partire subito con quella parte dei fondi che spetta alle imprese private. E anche le banche sono pronte a investire. Purché non si aspetti due anni per aprire un cantiere...».
Gli enti locali potrebbero opporre resistenza.
«Conviene anche ai Comuni procedere all’individuazione di aree a basso o bassissimo costo sui cui costruire questo tipo di abitazioni. Senza dimenticare la funzione sociale, che consentirà di stipulare contratti di proprietà o locazione a canone sostenibile. Però con attenzione a qualità e risparmio energetico».
Nel progetto «ballano» ancora 550 milioni.
«Il resto del cammino, necessariamente più ragionato, chiama in causa le fondazioni pubbliche e le risorse della Cassa depositi e prestiti, per cui servirà una commissione interministeriale ad hoc. I privati, invece, possono correre sin da ora».
Incombe una vostra stima che predice la perdita di 250mila posti di lavoro nell’edilizia entro l’anno.
«Un’emorragia silenziosa, a differenza di altri settori. Abbiamo chiesto al governo, come sta avvenendo, di agire su più fronti: opere pubbliche piccole e medie attivabili anche con fondi Fas; allentare il Patto di stabilità dei Comuni, proseguire con il piano scuole e il piano casa vero e proprio. E, ora, ecco gli interventi di edilizia sociale».


Quale impatto avranno sull’occupazione?
«Per ottenere un effetto anticiclico, bisogna agire a breve. L’equazione è semplice: 1 miliardo di euro investito genera circa 20mila posti di lavoro. E 100mila nuovi alloggi ben più di qualche miliardo lo ”muovono“ eccome».

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