Il presidente Binaghi: «Ammutinamento» Seppi: «Accusa assurda»

Non è stato un infortunio ma un ammutinamento quello di Seppi in Coppa Davis con il tentativo di trascinarsi dietro la nazionale. Almeno secondo il presidente Angelo Binaghi che ha spiegato: «Andreas si è rifiutato di giocare per una decina di motivi». E ne ha rivelati due: «il mio tifo contro di lui e i miei attacchi alla squadra in un talk show. Motivi privi di fondamento!». Dichiarazioni a cui ha poi replicato Andreas Seppi, in una stucchevole e infinita polemica: «Smentisco categoricamente ogni accusa di ammutinamento nei confronti della Nazionale, come di aver indotto altri componenti della squadra azzurra verso un simile obbiettivo. Esattamente come non vi è stata nessuna richiesta economica per giocare, come ipotizzato da qualche media. Voglio sottolineare che non sto vivendo nessun tipo di stato confusionale, né di essere vittima inconsapevole di un disegno definito criminoso e lobbistico».
Ma è mai possibile - dico io - che ogni volta che gli azzurri devono difendere l’Italia nasca un problema? È possibile che i loro programmi ogni volta creino difficoltà a una squadra che senza offendere nessuno potrebbe facilmente scivolare in serie C? Francamente mi domando cosa accadrebbe a Binaghi se il più forte di loro, che è Seppi, invece di essere n. 40 del mondo si trovasse ai vertici della classifica...
Vorrei tanto che i nostri ragazzi avessero vicino persone capaci di raccontare loro come combattevano in coppa Davis Pietrangeli, Gardini, Merlo, Cucelli e i fratelli Del Bello, ricompensati con 7000 lire al giorno e l’onere di pagare il lavaggio della biancheria. Oppure qualcuno che avesse il buon senso di ricordare che Panatta e Bertolucci non erano amici di Barazzutti e Zugarelli ma che si batterono insieme come leoni pur di vincere la Davis.
Purtroppo, mezzucci e interessi personali vengono prima di ogni altro ruolo. E concludo ringraziando Starace, Fognini e Cipolla per non aver aderito a certe sollecitazioni.

L’ammutinamento sarebbe stato un gesto inutile, suicida e impopolare. Per quanto riguarda Bolelli, mi piacerebbe ricordargli che non è come in «Love Story»: nel suo caso, per risolvere i problemi basterebbe chiedere scusa.

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