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Il presidente della Provincia: «Chi era sospetto si è dimesso»

Gaetano Bruni: «Sugli appalti è tutto in regola, le accuse dell’onorevole Napoli sono fuori luogo»

Il presidente della Provincia: «Chi era sospetto si è dimesso»

nostro inviato a Vibo Valentia

Gaetano Ottavio Bruni non ha rivali. È presidente della provincia di Vibo Valentia da sei anni, e l'ultima volta ha fatto il pieno di voti, raggiungendo l'invidiabile scoore elettorale del sessanta per cento e rotti. Sul tavolo ha una cartellina senza intestazione che raccoglie una pila di carte alta così. «Sono le risposte alle domande di chiarimento che mi ha inoltrato il prefetto - dice - so anche che la Dda di Catanzaro si sta interessando alla denuncia dell'onorevole Napoli, ma qui è tutto a posto. Tutto. Chieda, chieda pure...».
Presidente, nel fascicolo della Dda si fa riferimento a tutta una serie di assessori e consiglieri in qualche modo vicini a personaggi della 'ndrangheta...
«Non mi risulta assolutamente. Noi siamo assolutamente sereni e tranquilli, se lei si riferisce all'assessore Vecchio, viste le polemiche, correttamente si è fatto da parte. Quanto agli altri nomi, no, non so niente. Anche il riferimento a Barbieri è, da parte della Napoli, assolutamente fuori luogo perché lui è uscito pulito da tutto».
Passiamo ad altro, ad esempio alle presunte irregolarità nel campo dei lavori pubblici, del bando di gara per l'affidamento della gestione delle acque, di aziende che vincono sempre e altre mai...
«Anche qui si è fatta e si fa una gran confusione visto che io non c'entro nulla coi lavori pubblici, il mio unico compito è quello di dare un indirizzo politico. La gestione è affidata ai singoli dirigenti. Non vi sono state irregolarità di alcun genere, non vincono sempre le stesse imprese (anzi, su 28 aste nel 2003 hanno vinto 21 aziende diverse) quanto all'acqua l'asta è andata deserta, una sola ditta si è presentata...».
Parliamo di consulenze d'oro pari a un milione e trecentomila euro, concorsi, assunzioni facili per parenti e amici degli amici. Le notizie fornite alla Dda sono impressionanti.
«Allora, per cominciare gli incarichi non sono di consulenza ma di collaborazione. La cifra è quella ma sono stati fatti avvisi pubblici, tutto si è svolto alla luce del sole. Sono tutte posizioni regolamentate per legge».
Lei ha fatto assumere qualche suo familiare?
«Assolutamente no».
Eppure si parla di una parente che ha gestito i grandi concerti a Lametia affidati a una società gestita da un personaggio in odor di mafia, oppure di un'altra parente che con la sua ditta di moda ha fatto numerosi lavori in comuni del centrosinistra, o di altri suoi parenti che hanno fornito materiale informatico alla provincia...
«Ecco, questo è quello che mi fa male della lotta politica: colpire le persone care che non c'entrano nulla. Si tratta di piccolissime cose, è vero hanno lavorato con noi come, però, prima avevano lavorato con altre amministrazioni di centrodestra. Ma da qui a parlare di mafia ce ne passa.

Lo sa, l'onorevole, che quella società ha gestito anche il concerto per la festa della guardia di finanza?».

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