Il presidente uscente e il nuovo insieme per i caduti

Parigi La Republique prima di tutto: la Francia divisa dalla politica, si ritrova dopo due giorni e rinasce nel nome delle sue radici profonde. Nicolas Sarkozy, battuto da François Hollande in un lacerante duello per l’Eliseo, ha invitato il rivale 48 ore dopo la sconfitta a celebrare con lui la memoria dei soldati di Francia. Sull’attenti, uno accanto all’altro, mentre suonava la Marsigliese e il Canto dei partigiani, hanno regalato al mondo un’immagine inedita e di straordinaria intensità.
In una mattinata grigia come le altre di questa primavera mancata, all’Arco di Trionfo si respira un’aria speciale. Hollande con gli occhialetti, un pò goffo, ancora poco padrone della situazione, si avvia da solo verso il monumento, seguito da centinaia di occhi, e resta lì per diversi minuti. Sarkozy arriva poco dopo, scende con consumata andatura da capo dell’Eliseo e una vera ovazione lo accoglie, come nei comizi: «Nicolas, Nicolas!». Si avvicina all’ex rivale ora successore e gli stringe la mano. Non sorrisi ma sguardi severi mentre l’enorme bandiera sotto l’Arco di Trionfo si gonfia per un colpo di vento improvviso. Pochi minuti seri e silenziosi, poi il semplice commiato tra chi viene e chi va.

«Era una cerimonia che si doveva fare - dice Hollande ai giornalisti - per mostrare ai francesi che la Repubblica è unita, il Paese doveva sapere che è riunito attraverso il presidente ancora in esercizio e il nuovo». Una cerimonia che si doveva fare ma che nessuno aveva mai fatto prima.

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