Nicola Porro
da Milano
I cinque saggi si sono incontrati lultima volta a Roma. Unora dopo le considerazioni finali lette da Mario Draghi. Il prossimo appuntamento la settimana ventura. La riunione del comitato, guidato da Giovanni Bazoli (Banca Intesa), e di cui fanno parte Elio Faralli (Popolare dell'Etruria), Antonio Patuelli (Cassa di risparmio di Ravenna), Camillo Venesio (Banca del Piemonte) e Maurizio Sella, «è stata piacevole - ha spiegato Sella - non sono emersi dibattiti o diversità di opinioni. Abbiamo constatato, comunque, che abbiamo tempo fino all'11 luglio». In effetti, secondo quanto è in grado di ricostruire il Giornale, nessuno dei tre candidati ha avuto, dopo il primo giro di consultazioni, la maggioranza necessaria. Si tratta infatti di un consenso quasi bulgaro e pari al 75% del comitato esecutivo composto da una trentina di membri.
Corrado Faissola, ad della banca Lombarda, è risultato in netto vantaggio. Lanciato da un sponsor deccezione come Bazoli, la sua provenienza dal Sanpaolo di Torino gli procura anche i favori di Enrico Salza. Roberto Mazzotta, numero uno della popolare di Milano, segue. Dalla sua i nove voti delle popolari, per ora compatti, e il gradimento dellUnicredito di Alessandro Profumo. Per Carlo Salvatori solo alcuni consensi, che di fatto lo tengono ai margini della contesa. Nessuno dunque con un poker in mano. Continuano così a circolare voci sul possibile compromesso finale che porti alla scelta di Bazoli. Ma, racconta un banchiere in trattativa: «Come si è visto allAssemblea della banca dItalia, Bazoli di fatto già veste i panni del padre nobile dellAbi. Perché mai si dovrebbe anche prendere lonere di gestire lassociazione e i suoi problemi sindacali». Certo è che lipotesi di un ballotaggio in assemblea il 12 luglio sarebbe dirompente per lassociazione ormai ossessionata dai «rischi reputazionali».
Tangente alle felpate consultazioni tra banchieri è il futuro della struttura. Il suo direttore generale Giuseppe Zadra viene dato in uscita dallAbi in direzione Consob, come commissario. La procedura di nomina prevede un iter complesso: designazione su proposta del presidente del Consiglio, approvazione del consiglio, parere non vincolante delle commissioni, ritorno in consiglio e decreto di nomina del Presidente della Repubblica.
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