Presidio antifascista, e la prefettura diventa un ring

Fanno cento e più anni in due, eppure ieri non hanno resistito alla tentazione di mettersi le mani addosso: Duilio Canu e Saverio Ferrari, leader di Forza Nuova il primo, «antifascista» di professione il secondo. Come ring corso Monforte dove il primo usciva dalla Prefettura mentre l’altro andava a presidiarla, proprio per chiedere quel diniego al Prefetto. Arrivati a contato, qualche spinta, due schiaffoni e un calcio, poi sono stati divisi dalla polizia. Un episodio che la dice comunque lunga sul clima che si sta sviluppando in vista di cortei e contro cortei di Fn e dei Centri sociali di sabato 22.
Entrambi sono personaggi piuttosto noti in città. Ferrari, funzionario di Rifondazione comunista in Regione, va per i sessanta e nel 1987 venne condannato a 11 anni, poi ridotti a tre con sentenza definitiva, per l’assalto e l’incendio del 1976, al Bar di Largo Porto di Classe dove vennero aggrediti tre simpatizzanti di destra. Allora militava in Avanguardia Operaia, gruppo da cui uscì sia Mario Ferrandi, fotografato mentre spara in via De Amicis durante gli scontri in cui venne ucciso il vice brigadiere Antonino Custra, ma soprattutto gli assassini di Sergio Ramelli. Anzi Ferrari è sempre stato considerato una sorta di «mandante morale» perché nella sua abitazione di viale Bligny vennero trovate le schedature di centinaia di poliziotti, carabinieri, imprenditori, giornalisti ma soprattutto militanti di destra tra cui appunto il giovane missino.
Canu, vent’anni più giovane, è già stato condannato a 13 mesi in appello a Milano per la partecipazione ad «Azione Skinhead» ed è stato poi coinvolto in un’inchiesta veronese sul «Veneto Front» e infine rinviato a giudizio a Roma per gli Hammerskin.


Inevitabili dunque le scintille appena si sono visti sotto la Prefettura, anche se ora entrambi accusano l’altro di essere l’aggressore. Comunque non un bel segnale in vista delle manifestazioni di segno opposto previste per sabato.

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