Cronaca locale

Presidio dei giovani di An: «Giusta la riforma Moratti»

«Con la nuova università si cancellano i privilegi in nome della meritocrazia»

L’hanno chiamata la «settimana delle meritocrazia». «Spiegheremo agli studenti le novità della riforma Moratti senza le falsità che sentiamo ripetere da giorni», raccontano i ragazzi di Azione universitaria, il movimento vicino ad An. Un’opera di contro-informazione che non a caso partirà dall’università Statale, occupata per dieci giorni da una minoranza di studenti contrari alla riforma. «Distribuiremo volantini e parleremo con gli studenti per l’intera giornata, ci è stato concesso uno spazio nel cortile di via Festa del Perdono - raccontano Fabio Raimondo e Tommaso Baschiera nel piccolo ufficio del gruppo all’università Cattolica-. Due giorni dopo faremo lo stesso qui in Largo Gemelli, poi sarà la volta degli altri atenei cittadini. Se abbiamo paura di atti intimidatori? Assolutamente no. Faremo in modo legale quello che altri hanno fatto con un atto di prepotenza, occupando le aule cioè».
Per presentare l’iniziativa è arrivato il coordinatore nazionale, Vittorio Pesato. È lui a spiegare che cosa nella riforma funziona (concorsi a livello nazionale, spinta a rafforzare i legami con le imprese) e che cosa, secondo la lista, va migliorato (copertura economica, figura del professore aggregato). «Abbiamo lavorato a lungo per dare suggerimenti al ministero - racconta Pesato -. L’iniziativa, che scatterà anche in altre città, vuole smentire le bugie che occupanti e movimenti politici dicono da mesi». Con uno scopo preciso, secondo Carlo Fidanza, vicepresidente nazionale dei giovani di An: «Attaccare il ministro Moratti che correrà per la poltrona di sindaco di Milano, si tratta di operazioni tutte politiche».
Dopo la campagna di contro-informazione sarà la volta del dossier su atenei e sedi distaccate inutili e «lasciati in vita solo per difendere i privilegi di rettori e docenti», dicono i ragazzi di Azione universitaria.

«Gli stessi privilegi che la riforma vuole cancellare in nome della meritocrazia».

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