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Preso kamikaze: «È il quinto uomo di Londra»

Il «Guardian» rivela: pronte squadre speciali di 007 da dislocare nelle aree islamiche

Gaia Cesare

Potrebbe essere il regista occulto degli attentati di Londra, l’uomo che due dei quattro attentatori del 7/7 britannico - Mohammad Khan e Shehzad Tanweer - hanno incontrato nei loro viaggi in Pakistan. Di certo il personaggio con cui tutti i kamikaze sono stati in contatto telefonico prima della strage. Haroon Rashid Aswad, musulmano trentenne con cittadinanza britannica, è stato catturato nei giorni scorsi in Pakistan, ma la notizia del suo arresto è trapelata solo ieri. E segna certamente una svolta nelle indagini che i servizi segreti britannici, insieme all’intelligence di vari Paesi, stanno conducendo soprattutto nel quadrilatero internazionale Londra-Leeds-Il Cairo-Islamabad. Proprio dalla capitale pachistana è arrivata ieri la conferma indiretta sulla cattura del «pesce grosso»: «Abbiamo in custodia un uomo molto importante - ha detto una fonte dei servizi pachistani -. Non siamo nella posizione di rivelare il suo nome per il momento. Tutto ciò che possiamo dire è che è direttamente legato agli attacchi di Londra».
Ricercato sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna, il profilo di Aswad è simile a quello degli uomini-bomba che hanno agito nella capitale inglese: come Mohammad Khan, anche lui è cresciuto a Dewsbury, la località nel West Yorkshire, in Inghilterra del nord, dove tuttora vive la sua famiglia. Ma il suo percorso verso il terrore sembra ancora più ambizioso di quello degli attentatori londinesi. Secondo gli inquirenti - che ritengono si faccia chiamare con vari nomi - avrebbe anche incontrato Osama Bin Laden e sarebbe una delle prime reclute ingaggiate nei campi del terrore islamici dove si simula la guerra all’Occidente. Un jihadista convinto, insomma. Abile a tal punto da aver sviato gli agenti dell’Fbi che si erano messi sulle sue tracce, facendo credere di essere rimasto ucciso dal fuoco americano durante un bombardamento in Afghanistan.
Al momento dell’arresto pare che Aswad fosse in possesso di una cintura simile a quelle utilizzate per gli attacchi suicidi (adatta a legare esplosivo al corpo) e aveva con sé circa 18mila euro. Insieme a lui, nell’abitazione di un piccolo centro a circa 180 chilometri da Lahore, nei pressi del confine con l’India, ci sarebbe stato un altro militante di Al Qaida. Le autorità pachistane - che negli ultimi giorni hanno catturato circa duecento estremisti, alcuni dei quali legati alla strage di Londra - smentiscono, ma le notizie pare abbiano un certo fondamento.
Intanto nella capitale - dove ieri è stata rimossa dai binari anche la carrozza del treno esploso nei pressi di Edgware Road - l’allerta per nuovi attentati resta alta e le prime circoscritte misure anti-terrorismo dagli attacchi prendono corpo. Il quotidiano The Guardian ha rivelato che i servizi segreti britannici intendono dislocare in tutte le comunità islamiche del Paese delle unità speciali, per monitorare l’attività dei predicatori integralisti, sventare nuovi possibili attentati, ma anche proteggere la comunità musulmana da possibili e annunciate ritorsioni islamofobiche. Le squadre - chiamate Muslim Contact Units - opereranno nell’est dell’Inghilterra e nel Midlands - oltre che nella zona a più alta densità islamica e considerata ormai il «covo» dei kamikaze, lo Yorkshire. Prerogativa imprescindibile: conoscere l’arabo e l’Islam. «Non si tratta di spiarli - ha riferito al Guardian una fonte della polizia -. Una conoscenza approfondita della comunità musulmana è rara nell’intelligence. Se vogliamo capire chi è fra gli estremisti e chi fra i pericolosi - e si tratta di concetti diversi - dobbiamo capire l’intera comunità».
E anche il governo passa alla linea dura: il ministro degli Interni Charles Clarke - che ha dichiarato chiuso il triste lavoro di identificazione delle 52 vittime accertate (ma il bilancio potrebbe salire, mentre sono ancora in ospedale 27 feriti) - ha annunciato che sarà creata una lista di estremisti cui verrà impedito l’ingresso nel Paese, inclusi i predicatori che esaltano il terrorismo e i creatori di siti web e articoli che istigano l’estremismo.

Contemporaneamente il premier Tony Blair, che ha anticipato l’idea di organizzare una conferenza internazionale sulla minaccia del radicalismo islamico, su come fronteggiarlo ed eliminarne le radici.

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