Stefano Vladovich
Ubriaco fradicio, investe e uccide un passante sulle strisce pedonali. E fugge abbandonando lauto con lo stereo a tutto volume davanti una discoteca. Quarantotto anni la vittima, Guido Broggi di Casalpalocco, 25 anni lomicida. Ma il ragazzo, con vari precedenti penali alle spalle, non era solo quella drammatica notte del 9 luglio scorso sul lungomare Amerigo Vespucci, a Ostia. Assieme al pirata della strada un coetaneo, anche lui a dir poco alticcio. La loro auto, una Smart intestata a una donna, viene recuperata poco dopo le 4,30 del mattino da una pattuglia di vigili urbani. Quadro e luci accese, oggetti gettati alla rinfusa sui sedili, limpianto hi-fi al massimo. E per terra, sul tappetino, un mazzo di chiavi, quelle dellabitazione di A.S., il guidatore.
Una storia dai contorni inquietanti. La vittima, nonostante letà, da qualche tempo è in pensione. Appassionato di pesca, trascorre le notti estive in riva al mare e, sembra, non abbia nemici. Poco prima del drammatico incidente chiede ai guardiani della spiaggia libera se hanno bisogno di qualcosa, se occorre gettare la spazzatura nel cassonetto. E così, sacco nero in mano, Guido esce dallarenile comunale tra gli stabilimenti «Bungalow» e «La Bonaccia». Deve attraversare il lungo stradone di fronte che, specialmente al calar del sole, si trasforma in una pista di Formula 1. Guido è prudente, si assicura che attorno a lui non passino auto, scende il gradino del marciapiede e si avvia, sulle zebre, al di là della strada. La piccola monovolume viaggia a tutta velocità, in un attimo è allaltezza del camping. Limpatto è di una violenza impressionante: il corpo del poveretto sfonda il parabrezza e viene scaraventato a metri di distanza. I pochi testimoni fanno appena in tempo a vedere la Smart sfrecciare lontano. Immediati i soccorsi: purtroppo, per luomo non cè nulla da fare. Qualcuno, a poche centinaia di metri da lì, nota due giovani scendere dallauto e salire su unaltra. «Questo particolare - spiega il tenente colonnello dei carabinieri Giovanni Arcangioli, comandante del nucleo operativo di via in Selci - sulle prime porta il magistrato a ipotizzare un omicidio premeditato. La dinamica sembrerebbe quella di un agguato ma non ci sono riscontri sufficienti. Soprattutto manca un movente. A quel punto cerchiamo di ricostruire tutti i movimenti di quella sera nella cittadina balneare».
Lintestataria dellauto è inesistente, quindi il guidatore deve essere una persona con problemi giudiziari. Le impronte digitali trovate sul volante e su un compact-disc allinterno dello stereo vengono analizzate dal Ris, il reparto scientifico dellArma. «Abbiamo ascoltato decine di persone e stretto il cerchio su dei giovani fra i quali alcuni pregiudicati - continua il colonnello Arcangioli - ma le impronte rilevate sono troppo frammentarie. Nonostante portino al sospetto numero uno non sono sufficienti, secondo la legge, per accusarlo. Abbiamo, però, un altro elemento: le chiavi di unabitazione». I militari non perdono di vista per un solo istante lindiziato e quando lo invitano in caserma per un interrogatorio nega tutto. Sia lui sia lamico avrebbero un alibi improbabile, confermato da persone tuttaltro che rispettabili. Pressati dalle domande, di fronte allevidenza, non resta che confessare. «Sì, lho investito io - spiega, a verbale, il 25enne -.
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