Michele Perla
Ne aveva combinate di tutti i colori, riuscendo a diventare in pochi mesi un vero e proprio incubo per gli abitanti di una quartiere di Bollate, vittime di vandalismi dogni genere. Così è scattata la caccia al misterioso personaggio che si divertiva a danneggiare le auto, a strappare lettere prelevate dalle cassette della posta, a rubare i nanetti dai giardini. Alla fine la sorpresa: il colpevole non era il solito adolescente bulletto di periferia, bensì un attempato pensionato di 75 anni colto in flagranza durante uno dei suoi raid. La vittima che ha preso il terribile nonnetto con le mani nel sacco, alla denuncia ha preferito metterlo in guardia: «Meglio che cambi aria, qui la gente è esasperata e rischi di tornare a casa con un sacco di botte, nonostante letà».
Già, perché i residenti nella zona di via Vittorio Veneto, di via San Pietro e soprattutto i pendolari che usano il parcheggio delle Fnm, se la sono legata al dito, minacciando di farsi giustizia da sé. Da qualche tempo infatti molte auto in sosta venivano private dello stemma. Oltre alla famosa stella della Mercedes, la più gettonata, anche i marchi della Fiat, della Peugeot e della Ford. Mutilazioni non del tutto indolori, perché fatte con un cacciavite che lasciava segni sulle carrozzerie.
Quando poi non cera nulla da estirpare, il teppista con i capelli dargento si dilettava a rubare i cerchioni delle automobili, oppure a piegare i tergicristalli senza un preciso motivo. «Nel periodo di Natale ha raccontato la gente del posto - sono sparite perfino le luminarie, così come la posta dalla cassette delle lettere, trovata poi nei cestini dei rifiuti. In qualche occasione, quando qualche cancello di villetta veniva lasciato aperto, si sono volatilizzati anche i nanetti dai giardini».
Stanco di subire danni e di mettere mano al portafogli, cè stato chi si è preso la briga di tenere docchio il quartiere, fino a quando, una decina di giorni fa, ha scoperto larcano. Beccando il nonnino che, con in mano un cacciavite, cercava di rubare da unauto in sosta lennesimo stemma. Luomo lha bloccato prima che potesse compiere il misfatto, ma il pensionato, giurando e spergiurando, ha cercato di negare levidenza. Anche se nella tasca del giubbotto aveva altri tre simboli automobilistici, subito sequestrati dallinvestigatore per caso, che li ha riconsegnati ai legittimi proprietari.
Il vecchietto, che non sembra soffrire di problemi psichici, si è dovuto sorbire una robusta ramanzina.
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