Dopo la Serravalle ecco la Scala. Continua a colpi di clava il burrascoso testa a testa tra Provincia e Comune. Ormai in fase di rottura prolungata dopo un inizio che aveva fatto sperare in un nuovo periodo di pax istituzionale tra i palazzi milanesi. «Abbiamo formalizzato la nostra disponibilità a entrare nella Fondazione Scala. Ma questo certamente deve avvenire dalla porta principale», la provocazione di Filippo Penati intercettato ieri mattina allinaugurazione del nuovo centro giovani realizzato da Exodus. Telegramma esplicito inviato a Palazzo Marino a pochi giorni dalla convocazione del consiglio di amministrazione di mercoledì prossimo. Lingresso della Provincia, puntualizza lex sindaco diessino di Sesto, porterebbe «benefici allintero sistema Scala». E per questo aggiunge di auspicare «una risposta positiva» da parte del cda della Fondazione. Di cui, in quanto sindaco di Milano, Gabriele Albertini è presidente. «I rapporti con Albertini? Non sono logorati - precisa Penati -. Quando ci vediamo ci salutiamo e comunque, anche se lo fossero, e non lo sono, credo che le istituzioni non dovrebbero risentirne».
Passano poche ore e dal viva voce si passa ancora una volta allepistolario. «Con riferimento alla convocazione del 2 novembre per lassemblea Soci Fondatori - si legge nellennesima missiva - la giunta provinciale ha con me convenuto di richiedere il riconoscimento alla Provincia del ruolo di componente effettivo di diritto del cda». Tesi già sostenuta, ma ora ribadita. «Tale richiesta - scrive ancora Penati - nasce dalla necessità che tutti gli enti territoriali, compresa la Provincia, si assumano le proprie responsabilità per la vita di una delle principali istituzioni culturali dItalia. Riteniamo che il cda debba pronunciarsi su questa proposta formulando le opportune modifiche statutarie.
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