Il prete anti-azzardo lotta contro le slot

Quando s’invecchia il tempo sembra non passare mai. E pur di distrarsi si coglie qualsiasi occasione. Anche quelle rischiose. A Milano, nella zona Molise-Calvairate, quartiere noto per i grandi casermoni Aler che raccolgono circa tremila appartamenti, proprio gli anziani sono i più accaniti appassionati di slot machine. Per questo il parroco, don Giovanni Pauciullo, da tre anni vicario alla parrocchia di San Pio V in via Lattanzio, ha deciso di intervenire concretamente. Da settembre sarà attivo uno sportello per aiutare le persone che hanno ormai sviluppato una vera e propria dipendenza da queste macchinette. Over 65enni, ma anche più giovani, soprattutto intorno ai 40 anni.
«Da un’osservazione del quartiere io e i miei collaboratori ci siamo resi conto che ci sono troppe persone che si indebitano con le macchinette - spiega don Pauciullo -. Poche volte vengono a chiedere aiuto, ma noi ce ne accorgiamo ugualmente. Li vediamo nei bar e poi conosciamo molte situazioni di sofferenza economica dovute al problema del gioco». Lo sportello aprirà dopo l’estate in via Lattanzio 58/B, sarà aperto il venerdì mattina dalle 9 alle 12 e verrà gestito da un coordinatore che ha già esperienza lavorativa in centri di recupero e tre volontari. L’obiettivo non è certo quello di giudicare, ma quello di offrire una sponda a chi voglia liberarsi da una dipendenza di qualunque natura. Infatti i responsabili dello sportello saranno pronti ad affrontare anche problemi di alcol e droga.
«Vorremmo attivare delle convenzioni con le associazioni milanesi che si occupano di questi problemi, così che gli operatori della parrocchia possano indirizzare le persone bisognose d’aiuto», continua don Giovanni. Anche perché il problema delle slot machine in quest’area di Milano non è avvertito solo dalla parrocchia. Lo storico Comitato inquilini Molise Calvairate Ponti, un’associazione volontaria nata a Milano nel 1979 dalla spontanea aggregazione degli inquilini per tutelare i loro diritti e promuovere l’abitabilità della zona, non sottovaluta questa mania. «Il problema esiste - spiega un’operatrice -. Basta fare un giro nei bar e nelle sale da gioco per rendersene conto. Ci sono delle famiglie che non riescono a pagare l’affitto perché spendono troppo alle macchinette».
Il progetto di don Pauciullo non è il primo di questo genere a prendere il via nel capoluogo lombardo.

Paolo Teruzzi, operatore che ha lavorato fino all’anno scorso per il Centro Ambrosiano di Solidarietà, ricorda per esempio il Progetto Cortile, finanziato dal Comune: «L’idea era di operare in due cortili (Via Etruschi 2 e Via Calvairate 3), ognuno dei quali ha circa 175 nuclei familiari. Molte di quelle persone si erano addirittura indebitate per poter continuare a giocare».

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