Prete molestatore: Curia citata per «responsabilità oggettiva»

Il sacerdote finisce sotto accusa per le molestie in sacrestia e la Curia viene citata come responsabile civile nella persona del vescovo. È accaduto in un’aula del palazzo di giustizia di Lecce, dove è appena cominciato il processo a carico di don Quintino De Lorenzis, 35 anni, fino a qualche mese fa parroco della comunità di San Gerardo Majella di Nardò, una trentina di chilometri dal capoluogo salentino, poi autosospesosi in seguito al rinvio a giudizio. Il sacerdote è accusato di violenza sessuale nei confronti di un cittadino marocchino di 28 anni, che lo ha denunciato per presunti abusi all’interno della sacrestia. Nel corso della prima udienza è arrivata la svolta processuale: l’avvocato Salvatore Centonze, che assiste l’extracomunitario, ha chiesto che venisse citata come responsabile civile la Curia diocesana di Nardò e Gallipoli nella persona del vescovo, e legale rappresentante pro tempore, monsignor Domenico Caliandro. L’istanza è stata avanzata sulla base del rapporto di lavoro che si sarebbe instaurato tra la Curia e il parroco: nonostante il parere contrario della pubblica accusa, i giudici hanno accolto invece accolto la richiesta. È la prima volta che accade in Italia mentre ci sarebbe un precedente verificatosi nei mesi scorsi in Inghilterra con una decisione dell’Alta Corte.
I fatti risalgono al 15 ottobre scorso. Il marocchino, giunto in Puglia dopo un periodo trascorso a Verona, si sarebbe rivolto alla parrocchia per ottenere aiuto in quanto versava in una grave situazione di povertà. Secondo la sua versione, don Quintino in un primo momento si sarebbe mostrato disponibile a fornirgli cibo e vestiario ma, dopo aver chiuso porta e finestre, lo avrebbe molestato.

Il maghrebino ha presentato denuncia, il sacerdote ha sempre respinto le accuse. Sono scattate le indagini, che alla fine sono approdate in un’aula di giustizia. Dove la difesa del 28enne ha chiesto un risarcimento di ventimila euro per i danni subiti.

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