«Preti pedofili, per la Chiesa è tempo di purificazione»

E il cardinale Levada innesta un piccolo giallo parlando al New York Times di «misure possibili». Poi la smentita di Padre Lombardi

Nostro inviato a New York

La vicinanza alle vittime e la richiesta di perdono per gli scandali degli abusi sessuali è stato uno leitmotiv del viaggio papale negli Stati Uniti: ieri Benedetto XVI ha parlato di «tempo di purificazione» per la Chiesa americana. E il cardinale statunitense William Levada, scelto da Ratzinger come suo successore alla guida della Congregazione per la dottrina della fede, conferma l’impegno del Vaticano per combattere il fenomeno con norme adeguate.
Nell’omelia della messa nella cattedrale di San Patrizio, nel cuore di Manhattan, il pontefice è tornato sull’argomento, parlando della «tanta sofferenza» causata dagli abusi perpetrati da sacerdoti e religiosi, ed è la quinta volta, dopo l’intervista sull’aereo, il discorso ai vescovi, l’omelia della messa a Washington e l’incontro avvenuto nella cappella della nunziatura con alcune delle vittime provenienti da Boston. Ratzinger ha assicurato «vicinanza spirituale» e ha detto di pregare perché «questo sia un tempo di purificazione per ciascuno e per ogni singola Chiesa e comunità religiosa, un tempo di guarigione». Quindi ha concluso incoraggiando i preti a collaborare con i vescovi «che continuano a lavorare efficacemente per risolvere questo problema».
Nelle stesse ore, Time magazine e New York Times rendevano note alcune dichiarazioni sull’argomento rilasciate dal cardinale Levada a margine di un ricevimento per i corrispondenti americani. Rispondendo alla domanda se il Vaticano avesse preso in considerazione cambiamenti alle norme del diritto canonico, il Prefetto dell’ex Sant’Uffizio ha detto che «è possibile».
Dopo gli scandali del 2001 e 2002, la Santa sede ha preso provvedimenti e ha agito con rigore avocando a Roma le cause relative agli abusi su minori commessi dal clero. Giovanni Paolo II, per favorire le vittime delle violenze, decise di elevare l’età della prescrizione. Mentre con le vecchie norme si poteva parlare di pedofilia se un chierico aveva un comportamento di questo genere con un minore di meno di 16 anni, ora questo limite di età è stato innalzato a 18 anni. Inoltre per questo tipo di abuso è stata prolungata la prescrizione a dieci anni ed è stato stabilito che questa scatti a partire dal compimento della maggiore età della vittima, a prescindere da quando abbia subito violenza.
Levada, nelle sue dichiarazioni, non ha annunciato nuove norme in arrivo - e il portavoce vaticano padre Lombardi ha smentito che vi siano - ma ha lasciato intendere la possibilità di eventuali miglioramenti, probabilmente legati all’età della proscrizione, dato che in molti casi le vittime «non sentivano personalmente in grado di fare la denuncia» se non dopo molti anni, talvolta dopo decenni di psicoterapia. Il cardinale si è detto pronto a valutare casi di vescovi che dovessero venire sanzionati per la vicenda degli abusi, ma ha sottolineato con forza che, al momento, non ne conosce. «Non accetto l’idea che ci sia una larga parte di vescovi americani che hanno permesso quello che è accaduto. Se sapessi che ci sono, ne parlerei subito con al Papa, ma non ne sono a conoscenza».


Intanto ieri mattina la polizia ha tenuto lontano dalla cattedrale di San Patrizio un piccolo gruppo di attivisti che aveva manifestato lungo le vie limitrofe alla Fifth avenue innalzando cartelloni che raffiguravano Benedetto XVI con le corna diaboliche.

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