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Il piano Ue per la previdenza complementare: come cambiano fondi integrativi e Pepp

Bruxelles punta a rendere più accessibili i fondi integrativi e a rilanciare il Pepp, con l’obiettivo di tutelare il reddito futuro dei lavoratori

Il piano Ue per la previdenza complementare: come cambiano fondi integrativi e Pepp
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L’Unione Europea sta mettendo a punto un pacchetto di misure per rafforzare la previdenza complementare, con l’obiettivo di renderla più accessibile e maggiormente utilizzata all’interno dei sistemi pensionistici. Il punto di partenza è il contesto demografico europeo: l’invecchiamento della popolazione esercita una pressione crescente sui bilanci pubblici e sul sistema pensionistico obbligatorio, che potrebbe faticare a garantire rendite adeguate alle future generazioni. Per questo motivo Bruxelles considera necessario ampliare il ruolo dei fondi integrativi, così da affiancare il pilastro pubblico e consentire ai lavoratori di costruire una pensione più equilibrata.

I sistemi complementari

Attualmente, la partecipazione ai sistemi complementari rimane piuttosto bassa. Solo una parte limitata dei lavoratori aderisce a fondi aziendali e una quota ancora inferiore utilizza prodotti individuali destinati alla pensione. Questa situazione rischia di tradursi in un divario significativo tra il reddito percepito durante la vita lavorativa e quello disponibile al momento del pensionamento. Il fenomeno interessa tutta la popolazione ma risulta particolarmente evidente nel caso delle donne, che spesso ricevono pensioni più basse a causa di carriere più discontinue, salari mediamente inferiori e una maggiore presenza in lavori part-time.

L'iscriione ai fondi pensione complementari

Per favorire una partecipazione più ampia, la Commissione propone agli Stati membri l’introduzione dell’iscrizione automatica ai fondi pensione complementari. Questo meccanismo prevede che i lavoratori vengano inseriti automaticamente in un programma integrativo, mantenendo però la piena libertà di uscirne. La scelta resta nelle mani dei governi nazionali, che potranno decidere se adottare o meno questa misura, la quale si è dimostrata efficace in alcuni Paesi europei nell’aumentare il tasso di adesione.

Il Pepp

Un altro elemento fondamentale del piano riguarda il Pepp, il prodotto pensionistico individuale paneuropeo introdotto nel 2022. La sua diffusione finora è stata inferiore alle aspettative, motivo per cui la Commissione intende modificarne il regolamento per renderlo più semplice, più conveniente e più riconoscibile. Le proposte prevedono la creazione di una versione base del Pepp, caratterizzata da costi contenuti e investita in strumenti finanziari semplici, così da rendere l’accesso più immediato anche senza l’intervento di consulenti. Per i risparmiatori interessati a soluzioni più articolate, resterebbe comunque disponibile la possibilità di scegliere prodotti personalizzati che includano strumenti più complessi.

L'eliminazione delle commissione

Tra le modifiche ipotizzate c’è anche l’eliminazione del tetto alle commissioni, con l’intento di rendere il prodotto più interessante per gli intermediari finanziari e, di conseguenza, più facilmente reperibile sul mercato europeo. Inoltre, la Commissione prevede che il trattamento fiscale del Pepp debba essere equiparato a quello già previsto per i prodotti pensionistici nazionali, così da evitare disparità che ne frenerebbero l’utilizzo.

Il quadro viene completato da un aggiornamento delle regole prudenziali, con l’obiettivo di favorire una maggiore diversificazione degli investimenti, incluse le componenti azionarie, ritenuta utile per costruire rendimenti più stabili nel lungo periodo.

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