Pensioni 2026: il Tfr può accelerare l’uscita. Le simulazioni per età e reddito

Le ipotesi di riforma introducono nuove forme di flessibilità con uscite possibili già a 64 anni

Pensioni 2026: il Tfr può accelerare l’uscita. Le simulazioni per età e reddito
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La riforma previdenziale prevista per il 2026 apre nuove possibilità di flessibilità in uscita. Le ipotesi allo studio prevedono che anche i lavoratori che hanno iniziato prima del 1995 possano accedere alla pensione anticipata contributiva, finora riservata a chi ha versato i primi contributi dal 1996 in avanti.

Le tempistiche

L’uscita potrebbe avvenire a 64 anni, tre in meno rispetto ai 67 anni oggi richiesti per la pensione di vecchiaia. L’assegno sarebbe calcolato con il metodo contributivo e subordinato al superamento di una soglia minima, pari a tre volte l’assegno sociale (con valori ridotti per le lavoratrici con figli).

Reddito medio fino a 1.350 euro

Secondo le simulazioni di Smileconomy riportate dal Corriere della Sera, chi ha un reddito medio netto fino a 1.350 euro difficilmente raggiungerebbe i requisiti, mentre con un reddito superiore a 1.650 euro le possibilità sarebbero più elevate. Un lavoratore nato nel 1962, entrato nel mondo del lavoro a 25 anni con reddito medio netto oltre i 1.650 euro, potrebbe anticipare la pensione dal 2029 al 2026. Analoga possibilità varrebbe per i nati nel 1966 e nel 1970, con requisiti contributivi adeguati.

Redditi compresi tra 1.350 e 1.650 euro

Un secondo intervento ipotizzato riguarda i lavoratori con redditi compresi tra 1.350 e 1.650 euro netti, che non raggiungono la soglia minima. In questo caso il Trattamento di fine rapporto (Tfr) maturato presso il Fondo di Tesoreria Inps potrebbe essere trasformato in rendita vitalizia, contribuendo al raggiungimento dei parametri richiesti. L’operazione comporterebbe per l’Inps l’erogazione di un flusso annuo anziché di un capitale immediato.

La fascia più bassa

Le simulazioni mostrano tuttavia che, per chi si colloca nella fascia più bassa, il Tfr non sarebbe sufficiente a coprire la differenza. Per un reddito netto di 1.

350 euro, l’integrazione tramite rendita da Tfr permetterebbe di raggiungere tra il 70% e il 74% della soglia prevista. Nei prossimi mesi, eventuali correttivi legislativi o strumenti di previdenza integrativa potrebbero incidere sulle modalità di accesso.

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