Dario Vassallo
da Genova
Un uomo e il suo sogno. Un sogno ricco di fantasia, immaginazione, perfino genialità: è in questottica che Cristoforo Colombo è approdato sul palcoscenico con un musical presentato a Genova in prima nazionale, Datemi tre caravelle, momento-clou di un'intera settimana di appuntamenti che il. A vestirne i panni è Alessandro Preziosi, passato dagli abiti settecenteschi del conte Fabrizio Ristori a quelli rinascimentali del grande navigatore, dalle vicissitudini nazional-popolari di Elisa di Rivombrosa ai dubbi più elevati di chi ad altro non pensa se non ad attraversare lOceano mare: «Non ho rimpianti - dice Preziosi - ho scelto di fare qualcosa di diverso perché credo che un attore debba essere sempre capace di cambiare pelle. Elisa si è ormai trasformato in un reality mediatico, unoccasione di gossip. Invece la figura di Colombo ha molto da comunicare ai giovani: la nostra è una generazione in fase di stallo, lui invece è un personaggio che agisce con coraggio e sa mettere in gioco le proprie capacità, credendo in qualcosa di ben preciso e facendo di tutto per realizzarlo».
E in effetti lo spettacolo, scritto da Carmelo Pennisi e Massimiliano Durante per la regia di David Scheinmann, più che sulla storica traversata verso le Indie si concentra su ciò che lha preceduta, a partire dal momento in cui Colombo arriva in Spagna con il figlio Diego dopo essere fuggito precipitosamente dal Portogallo, vittima di una congiura politica contro la sua famiglia. Senza un soldo e senza un lavoro, alimenta questo sogno con tutta la passione, lorgoglio e la testardaggine possibili, fino a quando - con laiuto di un frate francescano, padre Marchena, e della bella Beatrice - non riuscirà a convincere la regina Isabella di Castiglia a dargli ciò che chiede.
Una scelta indubbiamente coraggiosa, quella di concentrarsi sul travaglio interiore di un uomo che non sullavventura pura e semplice che però allatto pratico non ha pagato, tanto che lo spettacolo ha suscitato più di una perplessità sia sul piano musicale sia su quello strettamente drammaturgico.
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