Prezioso Sangue di Weingarten

Il 4 marzo 1094 nella chiesa dell’abbazia benedettina di Weingarten in Germania si svolse una solenne cerimonia: in occasione delle nozze tra Giuditta di Fiandra e Guelfo IV di Baviera l’abate Wilichon ricevette in dono dai duchi la reliquia del Prezioso Sangue di Cristo che la contessa Giuditta aveva ereditato dal padre Baldovino. Quest’ultimo l’aveva ricevuta dall’imperatore Enrico III di Franconia, che a sua volta l’aveva avuta nel 1055 dal papa. Secondo la tradizione, una teca contenente il Sangue di Cristo (insomma, il favoloso Graal) sarebbe stata portata a Mantova dall’ex centurione Longino, quello che aveva trafitto il cadavere di Gesù e poi era diventato cristiano, finendo vescovo e forse martire. Vari pontefici avevano diviso la reliquia in molte particelle che erano state donate a diversi potenti (ne aveva una anche Carlo Magno). L’abbazia di Weingarten ricevette da successivi papi svariate indulgenze proprio a motivo di quel pregiatissimo possesso. Non è difficile immaginare l’importanza che doveva avere nel Medioevo una reliquia di tal fatta: nientemeno che il Sangue di Cristo, quello che aveva salvato e redento l’umanità, il cui contatto poteva realizzare ogni sorta di guarigione e portento.

Scrive Sergio Meloni nel suo I miracoli eucaristici e le radici cristiane dell'Europa (Edizioni Studio Domenicano) che ancora oggi, ogni anno, a Weingarten si svolge la caratteristica “Cavalcata del Preziosissimo Sangue”, una sfilata a cavallo di oltre tremila tra i maggiorenti cittadini, dietro alla Reliquia portata processionalmente per le strade.

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