Tra gli obiettivi fondamentali del decentramento amministrativo cè senza dubbio lassunzione da parte dei municipi di poteri su temi urbanistici di interesse locale. A tal fine, nei primi anni 70 suggerii al sindaco Darida di limitare la variante generale del Prg ai grandi temi urbani e affidare alle (allora) circoscrizioni il compito di aggiornare il Piano sui temi di interesse locale, attraverso varianti redatte direttamente da esse con il supporto dellUfficio speciale piano regolatore. Le varianti furono adottate poi dal Consiglio comunale che non vi apportò mai modifiche. Liniziativa ebbe tale successo che quando il Campidoglio, subentrata la Giunta di sinistra nel 1976, si accorse di perdere potere, bloccò loperazione, vanificando anche le numerose varianti nel frattempo adottate e in parte inviate alla Regione per la definitiva approvazione.
Il potere delle Circoscrizioni tornò ad essere limitato ai pareri consultivi dei Consigli, disattesi sistematicamente dal Campidoglio. Lavvio della partecipazione dei cittadini alla formazione delle decisioni in materia urbanistica, maturate con la delibera di approvazione del Regolamento relativo nel marzo 2006, mi parve loccasione per attribuire effetti alla partecipazione attraverso il diretto coinvolgimento dei cittadini. Ma esso adesso sembra che stenti a partire e che, in Campidoglio vi sia un atteggiamento piuttosto freddo, cercando tutti i motivi per sostenere che loperatività della delibera sia subordinata ad altri atti, come lapprovazione del Piano regolatore (una cui norma cita tale partecipazione) o la realizzazione della «Casa della Città» o ad altre questioni del genere. Ma è perché il nuovo Piano Regolatore, pur non approvato, è già oggetto di numerose realizzazioni (quando fa comodo) e perfino di varianti.
Ho seguito così con interesse la recente iniziativa del municipio XII di sottoporre al parere dei cittadini il progetto di demolizione delle «Torri» dellex Ministero delle Finanze, per costruirvi residenze e uffici privati. Il nuovo progetto è completamente innovativo rispetto alla situazione esistente ed è differente anche dal nuovo Prg per le destinazioni duso e per la soluzione architettonica. In particolare, come già esposto su queste pagine, il progetto, opera di Renzo Piano, sostituisce le torri che, insieme a quelle del fronteggiante ministero della Poste, costituiscono limmagine ormai storicizzata dellingresso sud a Roma. Era stata sempre sostenuta, inoltre, la pratica impossibilità di fornire il fronteggiante Centro congressi di quellindotto di attività complementari indispensabili oggi per questi impianti, che si sarebbe almeno in parte risolta trasformando in albergo quelle torri. Allalbergo si è in pratica provveduto «infilando» un orribile grattacielo in contrasto con le norme sui distacchi, nellarea del Centro congressi. Ma ciò non basta a risolvere il problema. È difficile capire quale gioco di interessi vi sia sotto loperazione e i passaggi di proprietà fra lAgenzia per il demanio e lattuale Società proprietaria per cui è stato deciso il cambio della destinazione del nuovo edificio a residenze e uffici.
Comunque, nel corso delle consultazioni presso il Municipio XII, nel quadro del «processo partecipativo», da parte dei Comitati di quartiere, associazioni e singoli cittadini è apparso un prevalente dissenso sulloperazione. Tanto che lassessore Minelli, nel ruolo di delegato ai «progetti speciali», si è affrettato a precisare che il processo partecipativo non è ancora pienamente operante, facendo passare per una «concessione» quanto finora fatto dal Municipio nel timore che la manifestazione di un parere complessivamente negativo avesse effetti almeno sulle modalità delloperazione. È chiaro il dubbio che ho espresso allinizio sulla reale intenzione di avviare il processo partecipativo, per farne un ennesimo bluff.
(*)Urbanista
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