Priebke, già revocato il permesso di lavoro dopo la contestazione 

E' durata un solo giorno la vita da lavoratore dell'ex capitano delle SS, 93 anni. Dopo la protesta della comunità ebraica il magistrato ritira l'autorizzazione. Mastella: "Decisione giusta"

Priebke, già revocato il permesso 
di lavoro dopo la contestazione 

Roma - È durata poco l’esperienza lavorativa di Erich Priebke, 93 anni, ex capitano delle SS che è stato condannato all’ergastolo, per l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Ieri Priebke, investito dalle contestazioni dei giovani della comunità ebraica romana e di un ex deportato, era arrivato sul posto di lavoro, nello studio legale del suo avvocato, in via Panisperna, in sella ad uno scooter. Ma nel pomeriggio il permesso di lavoro, che gli era stato concesso lo scorso 12 giugno, gli è stato sospeso, con un decreto firmato dal magistrato militare di sorveglianza di turno, Isacco Giorgio Giustiniani, per la mancata comunicazione alle autorità dei suoi spostamenti per recarsi a lavorare .

Mastella: "Decisione giusta" "Mi sembra giusta la soluzione adottata" così il ministro della Giustizia Clemente Mastella, a margine di un convegno sulle carceri, ha commentato la sospensione del permesso permanente di lavoro che era stato concesso a Priebke. "Mi pare quasi un atto dovuto - ha spiegato il ministro - evidentemente quando scatta la reazione dell’opinione pubblica attuale e di quella che ha residui di quanto ha patito precedentemente, motivi di indulgenza sul piano penale non possono essere dati a cuor leggero". Il Guardasigilli ha aggiunto: "Prendo atto di questa soluzione. Mi pare una giusta, cauta e sollecita definizione della questione, che era aperta e sembrava non chiudersi. È giusto che si sia chiusa abbastanza in fretta".

Veleni e sorrisi La sospensione è stata stigmatizzata dall’avvocato Giosuè Bruno Naso, uno dei legali dell’ex capitano delle SS: "Mi pare un pretesto - ha detto - sul quale i magistrati si sono gettati con un tempismo e un senso di opportunità eccezionali".

"Credo che l’unica cosa giusta sia che Priebke torni agli arresti, anche se solo domiciliari", ha commentato, invece, il presidente della Comunità ebraica romana Leone Paserman, al quale è andata anche la solidarietà delle istituzioni locali. Il merito della sospensione della libertà per Priebke, secondo il portavoce della Comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, va ai ragazzi che ieri hanno protestato.

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