Le primarie Due rampolli indipendenti E il Pd a Milano non ci mette la faccia

(...) infatti nel solito vicolo cieco, con le primarie annunciate e via-via rinviate e un candidato radicale pronto a rastrellare consensi di una base sempre più fredda verso la nomenclatura di partito. Un bis del caso-Puglia, insomma, e per la parte di Vendola - solo un po’ più grigio - si stava già attrezzando l’ex deputato di Rifondazione Comunista Giuliano Pisapia. Pronto a vampirizzare consensi e linea politica di quello che dovrebbe essere il maggiore partito della coalizione, l’avvocato di grido era già al lavoro da mesi, e il Pd non aveva trovato un solo nome credibile da contrapporgli. Scartata l’ipotesi di rimettere in pista l’eterno candidato (perdente) Filippo Penati, e registrato il rifiuto dei «big» nazionali, il Pd era sull’orlo del solito psicodramma politico. Ora respira, aspira secondo molti a una sconfitta onorevole, e per farlo si aggrappa all’ultimo rampollo dell’alta borghesia cittadina, con ascendenze e parentele di tutto rispetto. Un professionista scelto dalla Moratti per pensare il masterplan di Expo, e considerato dai suoi potenziali alleati «un archistar che si definisce di sinistra ma mangia a destra» (Stefano Zamponi, capogruppo regionale di Italia dei Valori).
Si annuncia davvero una bella gara, con l’altro beniamino della Milano chic, l’avvocato Pisapia. In comune, oltre all’estrazione sociale, vantano lo status - che in un caso è recente - di «indipendenti» dai partiti. Non un vezzo, ma una necessità. Nel tentativo di recuperare voti al di fuori del bacino tradizionale del centrosinistra, che negli ultimi anni ha sbattuto la testa contro la dura legge dei numeri: 30-40 mila voti di distacco dalla coalizione avversaria, che intanto bazzica i mercati e le borgate, e - perché no - le parrocchie e i circolini.
Ad oggi la realtà è che il Pd non è stato in grado di esprimere una sua candidatura credibile nella seconda città italiana, e prepara le primarie apprestandosi a lasciare il campo a due indipendenti sponsorizzati dai salotti (oltre che alla rispettabile corsa di bandiera del vecchio socialista Roberto Caputo).

Resta da vedere se l’entusiasmo sprigionato dall’apparato del Pd per l’autocandidatura di Boeri sia in grado di contagiare anche gli abitanti delle periferie cittadine, di cui i democratici si proclama(va)no fino a ieri paladini.

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