Primarie a Genova, colpi bassi tra Ds e Prc

da Genova

Tutti contro tutti, in nome dell’Unione, nel giorno della discesa in campo dell’ex deputato e presidente degli industriali Stefano Zara come candidato-terzo incomodo alle primarie del centrosinistra, in contemporanea con la rivolta di Rifondazione contro il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, che si era «permesso» di criticare Fausto Bertinotti. Nel frattempo, riprende quota il clamore suscitato dalle dichiarazioni del poeta Edoardo Sanguineti (quello dell’«odio di classe», sponsorizzato alle primarie da Prc, Comunisti italiani e ex diessini): le sue esternazioni sono fonte di ulteriore scompiglio all’interno di uno schieramento che doveva trovare l’unità, se non l’unanimità, nella candidatura alle primarie e poi a sindaco della diessina Marta Vincenzi, già presidente della Provincia e attuale parlamentare europea. Più giorni passano, invece, più crescono le tensioni, in particolare per le grandi manovre delle due forze egemoni - secondo Zara «autoreferenziate» - che sono la Quercia e la Margherita.
Pesanti, in questo quadro di lacerazioni fra alleati, le accuse di Burlando: «Bertinotti non è un presidente della Camera di garanzia» scandisce il presidente della Liguria, tuttora accreditato, senza fortuna, come dalemiano di ferro. E insiste: «Il Partito della Rifondazione comunista non può fare governo e opposizione insieme. Devono chiarirsi le idee».
Immediata e altrettanto dura la replica, affidata al segretario provinciale di Prc, Bruno Pastorino: «Sono sconcertato per le critiche mosse alla terza carica dello Stato. Auspico davvero che Burlando le voglia chiarire e se ne voglia scusare». Ancora più duro il seguito: «Il presidente della giunta regionale - sbotta Pastorino - farebbe bene a mettere da parte le riserve su Rifondazione comunista, ricordando che il nostro partito è parte integrante della sua maggioranza e che il sostegno dei suoi elettori gli fu indispensabile per la vittoria alle elezioni regionali di due anni fa». Puntualizzazioni e ripicche al vetriolo che vanno a braccetto con quelle pronunciate nei giorni scorsi da Marta Vincenzi nei confronti di Zara: «Lui dovrebbe ricordarsi dell’appoggio decisivo che gli ho dato quando si è candidato per le elezioni suppletive della Camera. Altro che mettersi di traverso ora alle primarie!».
Ma lui, Zara, non ha obbedito. Ieri mattina l’ex deputato, 69 anni, ulivista della prima ora richiamato frettolosamente in panchina al termine della legislatura, si è schierato alle primarie proprio contro - sì, contro - Sanguineti e Supermarta. Cortese il tono del discorso di presentazione, ma durissime nel contenuto le accuse agli amici-nemici del centrosinistra: totale assenza di linee programmatiche, assoluta mancanza di dibattito, candidature bloccate che sono il frutto di partiti che decidono per tutti, cittadini compresi. «Non sarei qui - insiste Zara - se non avessi rilevato gravi deficit nell’impostazione delle primarie». Quindi l’affondo nei confronti dei rivali: «Da Sanguineti mi separa una distanza siderale». E per quanto riguarda Marta Vincenzi, che aveva parlato di «discontinuità» rispetto al passato chiamando indirettamente in causa l’operato del sindaco uscente Giuseppe Pericu: «Ripartire da capo su temi come realizzazione del Terzo valico ferroviario Genova-Milano, infrastrutture, termovalorizzatore dei rifiuti significherebbe perdere anni e anni di lavoro.

Anche per questo mi candido».
La conta dell’Unione è fissata al 4 febbraio. Ma c’è già chi è pronto a giurare come, in caso di arrivo in volata, il secondo non si rassegni ad attaccare i manifesti elettorali al primo.

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